Discorso per un amico

L’amicizia, la montagna e i libri si intrecciano in questo Discorso con dolcezza, gratitudine e dolore, per attraversare il lutto e andare oltre: “Per me rimani Diego, per me insisti, prosegui e io continuo e seguirti”. Una serie di fotografie seguono passo passo le parole.
“In posti lontani abbiamo condiviso notti con le briciole di stelle cadenti, abbiamo respirato i loro pulviscoli incendiati dall’attrito con l’aria. Nel sonno abbiamo sentito la giravolta delle costellazioni con la Stella Polare fissa al centro, a pirolino di roulette. Abbiamo scippato certe notti così alla vita dei giorni. Distanti da candele, lampadine, fari e torri di guardia, abbiamo fissato nelle pupille la distesa dei puntini luce.” Sono pagine di commozione trattenuta, e per questo tanto più commoventi e vivide, queste che Erri De Luca dedica all’amico scomparso, seguito sui saliscendi in Himalaya, in Ecuador o nelle Dolomiti. Nell’indagare la causa della sua caduta, nel ripercorrere la via dove è morto, cercando il punto preciso del suo distacco dalla roccia, l’autore gli restituisce corpo e voce, riporta pagine dei suoi taccuini e passi dalle lettere che nel tempo si sono scritti, tracciandone un ritratto concreto e poetico – “chiamava regalo un mucchio di altre cose che a me non sembravano. La piccola nuvola scura che a cielo sereno precede il temporale, il fiore nella fessura di una parete a picco, l’incontro con uno stambecco: regali. Si ricevono e basta, magari con un grazie”. E al contempo restituisce, facendoci sentire la roccia sotto le dita, il suono degli zoccoli dello stambecco che fugge, il peso del corpo sugli appigli, l’amore comune per la montagna, la ragione stessa di scalare (scrive Diego: “questo salire al confine tra la vita e la morte mi piace e mi fa sentire intensamente la vita. In cima amo tutto e tutti”) e di leggere.

Erri De Luca diciottenne, vive in prima persona la stagione del ’68 ed entra nel gruppo extraparlamentare Lotta Continua. Poi sceglie di esercitare diversi mestieri manuali in Africa, Francia, Italia: camionista, operaio, muratore. Studia da autodidatta l’ebraico e traduce alcuni libri della Bibbia. È opinionista de «il Manifesto».
Ha pubblicato con Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, arcobaleno (1992), In alto a sinistra (1994), Alzaia (1997), Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di uno (2003), Mestieri all’aria aperta. Pastori e pescatori nell’Antico e nel Nuovo Testamento (con Gennaro Matino, 2004), Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (2005), In nome della madre (2006), Almeno 5 (con Gennaro Matino, 2008), Il giorno prima della felicità (2009), Il peso della farfalla (2009), E disse (2011), I pesci non chiudono gli occhi (2011), Il torto del soldato (2012),  La doppia vita dei numeri (2012), Ti sembra il caso? Schermaglia fra un narratore e un biologo (con Paolo Sassone-Corsi 2013) e Storia di Irene (2013).
Per i Classici Feltrinelli ha curato Esodo/Nomi (1994), Giona/Iona (1995), Kohèlet/Ecclesiaste (1996), Libro di Rut (1999), Vita di Sansone (2002), Vita di Noè/Nòah (2004) e L’ospite di pietra di Puskin (2005). Nel 2015, in seguito al processo che si è discusso il 28 gennaio per reato d’opinione, De Luca pubblica, sempre con Feltrinelli, il pamphlet La parola contraria. Tra gli ultimi libri pubblicati con Feltrinelli: La faccia delle nuvole (2016), La natura esposta (2016), Il giro dell’oca (2018), Impossibile (2019), A grandezza naturale (2021) e A schiovere (2023). Per Feltrinelli Comics ha pubblicato L’ora X. Una soria di Lotta Continua (2019; con Cosimo Damiano Damato e Paolo Castaldi). Nel 2023 esce per Giuntina, Cercatori d’acqua.

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