Laure e Clément. Il loro primo incontro avviene intorno al tavolo di un ristorante parigino per un appuntamento di lavoro. Lei ha quarant’anni, un marito, due figlie e una cattedra di Storia all’università. Ma non trova più orizzonti stimolanti. Clément è un analista finanziario sulla cinquantina, con un lordo annuo di tutto rispetto, uno che sa come va il mondo e vive da solo con un cane che ha chiamato Papà. Esplode così, nel giro di pochi minuti, una passione incendiaria. Due vite comode, borghesi, infarcite di cinismo ma anche di possibilità, si scontrano e scelgono di proseguire su un sentiero diverso, inesplorato. Nasce una storia corrosiva: dove i corpi sono esposti ai desideri, dove a ballare sono solitudini che cercano di colmare il vuoto in una rincorsa sempre più spasmodica. Nell’alternarsi delle due voci, nella scoperta progressiva dei due punti di vista, così vicini, così lontani, il lettore assiste a un affondo amoroso privo di romanticismi, una messa in scena di quello che vuol dire avere una relazione sentimentale per chi ha già vissuto alcune tappe fondamentali della vita. Per un uomo di oggi, in questa parte di mondo che non ammette il fallimento; per la donna spaccata dal dubbio, stretta tra la famiglia e il lavorio del cuore. Maria Pourchet, accostata dalla critica europea a Michel Houellebecq per il suo stile provocatorio, ci consegna una storia amara e di conflitti: da una parte la libertà di esprimere i propri desideri, dall’altra una società, la nostra, inadatta a dare pace.