Si torna a scuola, Ass. Fortini: “Se avesse potuto scegliere, la Regione Campania avrebbe preferito una strada moderata”

 

1 febbraio, come da programma, riaprono le scuole superiori. Fermi da ottobre, i ragazzi possono tornare tra i banchi ma in Campania il primo giorno parte tra polemiche, manifestazioni e occupazioni. Gli studenti vogliono sì riprendere la didattica in presenza ma tutelando la salute. A Radio Kiss Kiss Italia facciamo il punto con l’assessore regionale alla scuola, Lucia Fortini

Ida: assessore buongiorno

Fortini: buongiorno a voi!

I: assessore, oggi si torna a scuola ma in quali condizioni?

F: si torna più o meno con le condizioni di settembre ma con un rafforzamento dei servizi di trasporto. Io lo dico in maniera molto chiara: la Regione Campania avesse potuto scegliere sicuramente avrebbe scelto una strada più moderata per un ritorno in presenza. Nell’arco di pochi giorni, nella nostra regione sono tornati in presenza 650 mila studenti. E devo dire, almeno questa è la mia sensazione, che questo ha dato l’idea che la situazione sia tornata, tra virgolette, alla normalità. Nei giorni scorsi erano tantissime le persone per strada e c’erano molti assembramenti per cui non vorrei che questo fosse letto dai cittadini campani come se la situazione, tutto sommato, sia tornata alla normalità. Con due decreti monocratici, il Tar ha di fatto impedito alla Regione di procedere con scelte proprie per cui, ovviamente, dovevamo necessariamente adempiere a delle prescrizioni e lo abbiamo fatto. Ritengo, però, che un ritorno moderato sarebbe stato meglio anche perché avremmo potuto controllare meglio e di più la curva pandemica. Ad ogni modo, da stamattina i nostri ragazzi tornano in presenza con le prescrizioni del Dpcm, quindi come nel resto d’Italia, dal 50 al 75% in presenza anche se tutte le nostre scuole di fatto si erano orientate non più al 50%. E’ evidente che si tratta di una situazione estremamente delicata perché bisogna poi rispondere alle paure delle famiglie. C’è da dire, però, che vedendo gli assembramenti che cui sono in giro fa un po’ impressione perché è come se poi la scuole fosse l’unico luogo, tra virgolette, pericoloso.

I: in effetti con tutte le foto che oggi documentano gli assembramenti del weekend on giro per l’Italia c’è da mettersi le mani nei capelli. Non è finito nulla, ribadiamolo.
La cosa che colpisce è che ci sono tante famiglie che hanno chiesto il ritorno in classe. Orta, però, cosa succede. Ci sono tante famiglie, ed è questa la cosa che colpisce, che hanno costituito associazioni, gruppi con cui chiedono una didattica a distanza. Cosa è successo? Una sorta di cortocircuito

F: ritengo sia passato un messaggio sbagliato, almeno in Campania. Vediamo l’ordinanza della Puglia che aveva fatto credere a molti genitori che si potesse scegliere come erogare il diritto all’istruzione. In realtà non è così. Il diritto all’istruzione non è un diritto a domanda individuale per cui la famiglia non può scegliere e su questo bisogna essere chiari. Dopo di che siamo in una situazione di pandemia e dunque ritengo che l’elasticità ci debba in qualche modo guidare. Nell’ambito, quindi, del 50% delle persone in presenza, il Presidente De Luca in una sua raccomandazione ha cercato di sollecitare i dirigenti scolastici a non vorrei dire accontentare ma a trovare un equilibrio all’interno delle scuole. Bisogna però chiarire alle famiglie che non si può scegliere a meno che non ci siano delle situazioni di fragilità. Noi lo abbiamo detto in tutte le nostre ordinanze, nel caso ci siano degli studenti fragili o conviventi di studenti fragili, allora la richiesta di didattica a distanza può a quel punto essere accolta. Ma solo in questo caso.

I: nonostante tutte le raccomandazioni e rassicurazioni varie, oggi perché gli studenti di vari istituti non andranno a scuola e continuano a protestare?

F: continuano a protestare perché a parte il sistema dei trasporto che è stato rafforzato, la situazione non è cambiata a livello sostanziale. Ed è normale perché le scuole con gli spazi a disposizione, sono rimasti quelli. Sicuramente si è fatto un lavoro sul potenziamento del personale ma è evidente che gli istituti scolastici siano, comunque, in una situazione di criticità. De resto noi abbiamo una movimentazione nella nostra regione di un milione di studenti, centomila tra personale docente e non docente e personale scolastico. Sono numeri importanti. Con la didattica integrata, gli studenti e in particolare quelli di secondo grado in fondo si sono trovati bene. E’ evidente che i ragazzi vogliano socialità, abbiano necessità di tornare comunque nelle aule ma non è la socialità che abbiamo conosciuto noi o loro qualche anno fa. Sul piatto della bilancia, da una parte una didattica integrata che aveva funzionato bene e che dava sicurezza, dall’altro un ritorno in presenza con possibili assembramenti che sicuramente aumentano il rischio di contrarre il virus, con le classi ridotte al 50% quindi non si ritroveranno tutti i compagni di classe, non si potranno scambiare quattro chiacchiere come si faceva qualche anno fa. Insomma la situazione non è ideale per i nostri studenti.

I: a questo punto, cosa vuole dire a tuti questi ragazzi e ai loro genitori, anche per rassicurarli.

F: di avere fiducia. E’ evidente che non è semplice. Io sono madre di una ragazza di 17 anni che oggi non ritornerà in presenza perché anche lei sta protestando. Io per prima sento preoccupazione, in una situazione di pandemia mia figlia è tra coloro che non sono usciti in questi mesi e quindi, da genitore, capisco anche quanto sia stato difficile per i ragazzi non poter avere una socialità adeguata proprio perché appunto se stai a casa non hai evidentemente altre possibilità. Dobbiamo avere fiducia nel fatto che i dirigenti scolastici sono stati davvero eccezionali, hanno fatto un lavoro eccezionale, il nostro personale scolastico ha cercato di andare incontro alle esigenze degli studenti. E’ una pandemia per cui è normale avere agitazione avere preoccupazione per i propri figli. Dobbiamo però avere fiducia in un sistema. Non è il sistema che avremmo voluto noi ma non posso avere fiducia nel Ministero che ritiene che le nostre scuole siano luoghi sicuri e dunque bisogna assolutamente rispettare quello che è un sistema di regole che sostiene il nostro Paese.

I: assessore, grazie di aver viaggiato con noi. Facciamo un grandissimo in bocca al lupo ai ragazzi. Buon lavoro

F: Grazie, buona giornata a voi

 

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