60 anni fa il primo uomo nello spazio, Paolo Nespoli: “Gagarin come Armstrong, un passo per l’umanità”

 

Il 12 aprile del 1961 la Russia mandò il suo primo uomo nello spazio. erano le 9.07 quando dal Kazakhistan partì la navicella Vostok per un viaggio che consacrò l’Urss alla storia delle esplorazioni spaziali. In una giornata importante per l’uomo nello spazio, A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con un ospite che possiamo definire un fuoriclasse, un orgoglio italiano: Paolo Nespoli.

Alfonso: benvenuto

Nespoli: buonasera a tutti.

A: il 12 Aprile è la Giornata Internazionale del volo spaziale umano. Sono passati 60 anni dal primo volo, datato 12 Aprile 1961, cosa è cambiato in questi 60 anni ?

N: nel 1961 si è fatto qualcosa di memorabile, quella di Gagarin è stata un’impresa a cui da tempo si pensava ma che molti credevano impossibile da realizzarsi. Siamo riusciti con capacità e ingegno a farla e Yuri è stato un precursore per tutti noi, anche se non ha fatto molto, in quanto è solo andato lì, ma ha fatto un passo enorme come quello di Armstrong. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità.

A: al rientro Gagarin disse “Da quassù la terra è bellissima, senza frontiere né confini”, lei condivide?

N: è ancora valida oggi, è bello da lassù guardare la terra che ti scorre sotto i piedi, è una visione bella, pacifica e artistica. Fa sentire ognuno parte di essa, perché la Terra è la nostra casa.

A: la sua prima missione nel 2007. Quali emozioni ha provato durante il primo viaggio

N: è’ stato importante, il primo viaggio porta con sé delle aspettative, è stato momento importante. Era uno Shuttle americano, c’erano tante attività complesse da fare, che si susseguivano in rapida successione. Una volta si andava solo per esserci, ora bisogna lavorare.

A: è stato 313 giorni, 2 ore e 36 minuti nello spazio.

N: la NASA fa i suoi calcoli, non siamo noi a decidere quando andare e quanto tempo restare, quindi è stato un caso restare per così tanto tempo. Sono attività complesse, ma non ho deciso io. E’ stato un caso. È’ stato un momento particolare della vita. Quando sei nello spazio, vorresti restare lì, non c’è la smania di tornare a casa. Poi però lassù su siamo come impegnati in una fabbrica, dalle 7:30 del mattino alle 19:30, quindi devi darti da fare, non ci sono momenti liberi. Si fanno cose complesse e difficili. Ho ricevuto molto, e ho capito che con concentrazione e supporto si fanno anche cose difficili, posso ritenermi soddisfatto e contento.

A: esattamente un astronauta cosa fa nello spazio ?

N: ogni giornata è diversa, dipende dal tipo di attività. Ma in generale nel 60% del tempo si fanno attività tecniche, esperimenti e collaudi, mentre nel restante 40% si fa la manutenzione della stazione, siamo come degli idraulici o elettricisti, se si rompe qualcosa non puoi di certo chiamare qualcuno per fartela aggiustare, ma bisogna prodigarsi per mantenere in orbita la stazione.

A. Ha detto ” Ho scelto di impegnare in maniera intelligente il mio tempo, compiendo qualcosa di utile a me e alla comunità ” si ritrova ancora in questa sua affermazione di qualche tempo fa ?

N: uno dei leit motiv della mia vita, fare cose interessanti per me, ma utili per me e per gli altri; l’attività spaziale è utile, ci porta avanti, ci consente di fare scoperte, permette di aprire la mente e a guardare le cose con un occhio qualcosa di diverso.

A: guardando al prossimo futuro, l’Europa cerca astronauti, astronaute e anche para astronauti, con disabilità. Si superano tutte le barriere ?

N: in orbita, avere due gambe non serve a molto, anzi da fastidio perché blocca la circolazione. Un disabile lo è sulla terra, ma non in orbita, anzi un astronauta dovrebbe avere 6 mani per essere funzionale al 100%. L’orbita è diversa è da possibilità diverse.

A: parlare di viaggi spaziali e orbita, fa specie in questo periodo dove siamo impossibilitati a muoversi e a spostarci. Quanto le mancano le missioni ? Cosa fa in questo lockdown?

N: sono grato di aver fatto 3 missioni nello spazio, ho ricevuto tanto e guardo il bicchiere mezzo pieno. Cerco di tesorizzare quello che ho ricevuto dalla mia attività, non mi manca lo spazio credo di averne fatto scorta a sufficienza per la mia vita. Quello che mi manca è la visione della Terra da lassù e ogni tanto guardo le foto, riguardo gli scatti fatti da lassù.

A: un documentario dal titolo “Expedition” segue e racconta passo passo l’addestramento e le avventure di Paolo Nespoli nello spazio. Si sente una persona normale ?

N: sì, mi sento una persona normale, ho lavorato ed ho ottenuto quello che volevo. Ciò che ho fatto, lo può fare chiunque, tanto più che il futuro dello spazio sarà sempre più aperto a turisti e a persone che vorranno provare questa meravigliosa esperienza.

A: Fenomeno mass mediatico, ci sono tanti libri che parlano di lei. Fumetti, romanzi e libri scritti da lei stesso che raccontato la sua vita.

N: si può fare di più. Era bello quando si poteva fare presentazioni di libri, andare nelle scuole e parlare con la gente. Mi piace l’incontro personale e spero di tornare a farne quanto prima

A: è vero che lei ha mangiato una pizza nello spazio ?

N: vero. Momento strano, scherzando mi sono lamentato con il direttore americano della stazione spaziale per qualità del cibo e dopo sono arrivati gli ingredienti per poter fare la prima pizza nello spazio. Abbiamo fatto 4 pizze, buonissime anche se strane, sicuramente a Napoli sono più buone. Ma nello spazio non si possono avere grandi pretese. Il direttore di volo, che mi ha seguito nella missione, era di Napoli e l’ho anche incontrato successivamente a Napoli.

A: siamo radio ufficiale del calcio Napoli, ma sappiamo che lei è molto contento del primo posto dell’Inter

N: sì, tengo all’Inter, ma questo mi fa diventare un eroe per il 3 % della popolazione e un mascalzone per il restante 97%. Sono contento anche se non sono un super appassionato, ma sono felice del primato dell’Inter.

A: grazie mille e in bocca al lupo per tutto

N: grazie a tutti

 

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