L’Italia non è più in emergenza. Dalla mezzanotte del primo aprile, nel nostro Paese cambiano molte cose per quanto riguarda la pandemia. Dopo 26 mesi molto difficili, si è sciolto anche il comitato tecnico scientifico. Insomma entriamo in una nuova fase che dovrebbe riportarci alla normalità. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con il Prof. Fabrizio Pregliasco.
Ida: Prof. Pregliasco, buongiorno e bentornato a bordo del Treno delle 8
Pregliasco: Buongiorno a voi, oggi sono quasi in volo così per evidenziare questa quasi normalità che però dobbiamo guadagnarci. Era giusto far finire l’emergenza, non si può vivere in emergenza per la vita. Ora bisogna affrontare con strumenti normali, visto che ci siamo attrezzati, una presenza e una convivenza con questo virus che purtroppo ci romperà le scatole ancora per un po’ con andamenti ondulanti e spero senza più la conta di malati gravi. Ancora oggi, purtroppo, vediamo questa quarta ondata proprio quando il virus sembrava arrivato alla fine, c’è stata una zaffata di ritorno grazie a questa ulteriore variante che è l’Omicron 2 contagiosissima e quindi ci sta ancora un po’ impegnando. Prudenza, buon senso verso l’apertura. Spesso ho fatto l’esempio del rubinetto dell’acqua calda che non apriamo tutto in un botto ma con progressione e siamo pronti anche a regolarlo, spero che non sia necessario, verso delle chiusure. Anche se posso sembrare pessimista ma in realtà penso che nel breve, dopo la Pasqua, avremo una situazione che andrà verso la normalità. Lo abbiamo visto anche negli anni scorsi. Nel prossimo inverno ci dobbiamo aspettare, purtroppo, una nuova presenza del Covid.
I: intanto cosa ci portiamo dietro di questi 26 mesi, mesi durissimi per il dolore, per le tante norme prese a malincuore e accettate con sacrificio da chi doveva rispettarle
P: questa è stata la difficoltà. Le scelte ancora adesso per qualcuno erano ingiustificate ma in realtà hanno dato dimostrazione della loro utilità. C’è stata una minoranza, però rumorosa, di persone che non era d’accordo con il famigerato green pass, una delle tante prescrizioni che ci hanno infastidito la vita, a qualcuno l’hanno anche oggettivamente rovinata nel momento in cui la loro attività non si è riuscita a mantenerla aperta. Noi abbiam dovuto mitigare la diffusione di questo virus, trovare un equilibrio non facile senza un manuale di prescrizioni per ridurre la velocità con cui le persone si ammalavano. Io credo che l’Italia ci sia abbastanza riuscita e quindi davvero difficoltà, sofferenze che poi oggi si ributtano su altre tristezze ci dimostrano come la salute, la democrazia sono conquiste sociali che vanno difese, devono essere comprese, valutate. Purtroppo c’è stata anche un’infodemia che ha polarizzato la comunicazione e ha creato difficoltà ai cittadini nel far comprendere quel che era, che è e che sarà il virus perché per molti è finito tutto. non è così
I: il Ministro Speranza ha parlato di una quarta dose che si farà. Secondo lei, è necessaria farla?
P: io credo che ci saranno delle dosi di richiamo dilazionate nel tempo e non con la creazione di hub, una vaccinazione di massa come è stata fondamentale e necessaria visti i risultati ottenuti che non hanno eliminato l’infezione ma hanno ridotto tantissimo i guai che questa malattia può dare in quota parte dei casi. Io credo che parleremo della vaccinazione anti covid, come sempre anche nel passato abbiamo fatto insieme, di una vaccinazione anti influenzale quindi con le stesse opzioni, raccomandata quindi non obbligatoria ma suggerita in particolare ai soggetti fragili, più anziani, quelli per i quali questa patologia può determinare con maggiore probabilità gli effetti più pesanti. Immagino qualcosa che si avrà a ridosso della stagione invernale magari con un’offerta combinata dei due vaccini, magari con la versione aggiornata per le varianti. Proprio come quello per l’influenza che quest’anno è tornata
I: come mai è tornata in primavera?
P: ha seguito le libertà. Quest’inverno aveva cominciato a manifestarsi, poi il Covid è stato protagonista. Ora isoliamo anche molti casi di influenza. L’anno scorso grazie alle misure restrittive, l’influenza è rimasta sottotraccia però già quest’anno ha ripreso a diffondersi appena le condizioni ambientali lo hanno permesso.
I: Prof. Pregliasco, grazie di essere stato con noi
P: grazie a voi. Prudenza, buon senso e speriamo sempre per il meglio.