Cubo di Rubik, dagli anni ’80 a Tik Tok. Carolina Guidetti :”Per risolverlo occorrono allenamento, pratica e un po’ di talento”

Ha appena 23 anni ma è una delle influencer più note tra chi ha la passione per il cubo di Rubik, un gioco che ha spopolato negli anni ’80. Quella di Carolina Guidetti è diventata un lavoro grazie alla capacità di risolvere il cubo in pochissimi secondi. I suoi video sono molto seguiti su Tik Tok e su Instagram. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato proprio con lei, Carolina

Ida: buongiorno Carolina

Guidetti: buongiorno

I: 10 secondi per risolvere il cubo di Rubik. Ma come fai? Da dove arriva questa tua passione?

G: ho cominciato in quarta superiore, c’era un mio compagno di classe che faceva sempre il cubo e io lo prendevo anche in giro. Un giorno, eravamo in treno, mi annoiavo e gli ho chiesto di insegnarmi, volevo imparare anch’io. Lui mi risponde che non ce l’avrei fatta perché ci vuole troppo tempo. Io sono andata a casa, ho trovato un cubo che avevo e ho detto adesso imparo solo per fargli vedere che ce la posso fare. da quel momento ho imparato e mi sono subito fissata. In quel momento il mio scopo era diventare più veloce per battere il tempo che ci metteva lui, cioè 25 secondi

I: ci sei riuscita alla grande. Come hai fatto?

G: diciamo che il primo segreto è che il cubo non si risolve a facce ma a blocchi. Spesso le persone pensano che si risolva una faccia alla volta ma in realtà non è così. c’è un metodo che tutti possono imparare cercando un tutorial su internet, io lo vedo più come uno sport piuttosto che come un rompicapo perché alla fine è rarissimo che qualcuno lo risolva grazie al semplice intuito. Tutto parte da una guida e poi da lì ci si allena ed è appunto un po’ come uno sport. Se si vuol diventare veloce bisogna fare tantissimo allenamento con diverse ore al giorno e imparare diverse tecniche che poi ti aiutano a risolverlo in meno mosse possibili

I: in un video girato poco prima di un intervento, lo risolvevi addirittura con una sola mano. Si può arrivare a tanto?

G: quella dell’ospedale è stata una storia molto divertente perché stavo per fare un intervento al ginocchio e l’infermiera che mi stava preparando mi ha riconosciuta perché mi segue sui social e quindi mi ha fatto questo video in cui risolvevo il cubo, tra l’altro ero anche sotto gli effetti dell’anestesia quindi non nella forma migliore. Tutti possono comunque arrivare a fare il cubo in pochi secondi, lo si può paragonare ad uno sport quindi non è che chi arriva a fare il cubo in pochi secondi è un genio ma è frutto di tanto allenamento, tanto studio e tanta pratica. Ovviamente poi c’è una piccola componente di talento come in ogni sport. Alla domanda “possono tutti correre i 100 metri in  pochi secondi?” la risposta è sì però possono tutti vincere le Olimpiadi, magari no.

I: risolvere il cubo di Rubik sviluppa anche la logica e il pensiero matematico, è così?

G: non c’è una vera e propria matematica nel senso che non ci sono dei calcoli. Per me, da un lato è un po’ come suonare uno strumento perché c’è molta memoria muscolare. Quando impari delle sequenze di mosse dopo ti entrano nella memoria delle mani. E poi c’è molta logica e l’abilità di ragionare su quello che succederà nel cubo. Per esempio noi, quando risolviamo un cubo, prima di cominciare lo guardiamo per una decina di secondi durante i quali noi pianifichiamo le prime mosse, anche 10/15 se uno è molto forte. Questo sviluppa molte abilità nel pianificare le mosse successive. Una delle cose più affascinati per cui mi sto allenando ora è risolvere il cubo da bendata. Questa è molto interessante perché ti insegna come memorizzare delle sequenze molto lunghe. Devi prima memorizzare tutto il cubo, associando i vari pezzi a lettere dell’alfabeto poi ti  bendi e lo risolvi tutto quanto

I: questa tua passione è anche diventata un lavoro. Parteciperai ad una competizione importante a Copenaghen ma non è ancora riconosciuto come sport, vero?

G: no, non è riconosciuto come sport però noi lo trattiamo come tale nel senso che ci sono competizioni sia in Italia che all’estero. Ci sono europei, mondiali. Spero che un giorno verrà riconosciuto di più ma per noi non cambia molto. Per noi è già come uno sport.

I: intanto, dal 14 al 17 luglio sarai  a Copenaghen. Prima di salutarci, quale consiglio possiamo dare a chi prova a risolvere il cubo di Rubik ma proprio non riesce?

G: consiglio sempre si provarci almeno ovviamente cercando un tutorial, da soli è praticamente impossibile. Si può partire da un metodo per principianti, è una cosa molto carina e ti fa anche capire cosa c’è dietro a tutto il mondo del cubo.

I: grazie di essere a bordo con noi, in bocca al lupo

G: grazie a voi

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