Era il 25 marzo 1300 quando Dante cominciava la discesa negli inferi. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parliamo con Clementino la nostra iene preferita
Sara: come stai?
Clementino: bene, sperando si torni presto a suonare e a stare sui palchi altrimenti ci troveremo sempre in una via smarrita!
S: in questa strada smarrita dobbiamo ricorrere agli eventi on line per sostenerci, a tal proposito tu oggi alle 17 sei in diretta dalla pagina social dell’Istituto italiano della cultura di San Pietroburgo, impegnato in una conversazione immaginaria con Dante Alighieri, come vi siete incontrati?
C: è stata una proposta del maestro Maurizio Filardo con la sua orchestra e Paola Cioni e tutti i ragazzi dell’Istituto. Abbiamo tirato fuori tre canzoni dall’opera di Dante, siamo partiti dalla musica rap, passando per il reggae fino ad arrivare al funk anni ’70. Quindi abbiamo tirato fuori “Nel mezzo del cammin di nostra vita” su musica rap, “Tanto gentile e tanto onesta pare” su musica reggae e “Caddi come corpo morto cade” su musica funk anni ’70, l’obiettivo è spingere ragazzi a leggere Dante anche attraverso il rap che è così contemporaneo. Rappare Dante è stato facile perché Dante già scriveva in rima. Le terzine con un eco alla fine diventavano quartine. L’unica difficoltà è l’utilizzo della lingua volgare usata da Dante. Siamo entrati in un viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. L’Inferno è quello che mi affascina di più Ricordo a scuola il disegno della montagna dei gironi dell’inferno che l’insegnante ci faceva fare e l’incontro con tutti i personaggi da Caronte il traghettatore a Virgilio poi Paolo e Francesca. I miei genitori debuttarono a teatro sul finire degli anni ’90 con un’opera su Paolo e Francesca, la versione comica di Silvio Pellico e quindi sono nato con questo mito. Dante è sicuramente un rapper, anche in qualità di perseguitato politico. Il suo linguaggio e le sue espressioni sono attuali!