Che cosa faresti se sapessi la data di scadenza di ogni cosa che ti capita: la vivresti lo stesso, con la certezza di perderla, oppure la eviteresti per non provare dolore?
La storia di una donna, un uomo e un bambino che si riconoscono a vicenda. E riconoscendosi smettono di avere paura.
Fin da quando era piccola, Amanda crede di poter conoscere in anticipo il giorno in cui finirà ogni gioia che la riguardi: tutte le volte che una situazione la rende felice, le cifre arrivano in serie e puntuali a indicarne la data di scadenza. Cosí, per timore, lei gioca in difesa, sottraendosi a ogni possibilità di realizzazione e impedendosi di sognare. Non ha un fidanzato, abita in casa con la madre e non ha molti amici, a parte una soubrette tanto cinica quanto avvenente e una vicina che è anche la sua psicoterapeuta. Il giorno in cui perde l’ennesimo lavoro, Amanda accetta di occuparsi di un bambino di sette anni, sebbene i bambini non le piacciano, anzi, proprio per questo: se svolge un lavoro che non la soddisfa, allora quel lavoro non potrà perderlo mai. Samuele però le somiglia: è un po’ disadattato, orfano di madre e bisognoso d’amore. Grazie al rapporto con lui e con suo padre, Davide, Amanda tenta di affrontare i nodi della propria esistenza, finché i numeri non la sfidano con una nuova data di scadenza. È il momento di scegliere se rinunciare ancora alla vita oppure, per la prima volta, rischiare.
– E quindi tu non vuoi essere felice perché poi finisce? E ti sembra una cosa buona? – domandò.
Fui spiazzata da come era arrivato dritto al punto.
– Se tengo a qualcosa, so quando finirà e anche che questo mi farà soffrire.
Allora lui, con gli occhi che parevano quasi piú grandi, mi disse una frase che non avrei mai dimenticato: – Sí, ma tanto poi ricomincia.
«Simona Sparaco non ama le mezze misure, punta dritto al cuore, e lo centra».
Pietro Cheli, Amica