Finalmente, la tanto attesa serie sul Commissario Ricciardi arriva su Rai 1. A partire dal 25 gennaio e per sei settimane andrà in onda uno dei personaggi più amati della narrativa italiana e sicuramente di Maurizio De Giovanni, autore dell’anti eroe che avrà il volto di Lino Guanciale. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con lo scrittore partenopeo.
Ida: buongiorno Maurizio!
De Giovanni: buongiorno Ida, buongiorno a tutti gli ascoltatori
I: come stai?
DG: devo dire, nel frullatore. Scrivere romanzi, purtroppo e dico purtroppo da lettore non dà la stessa vertigine di popolarità e di rumore che dà la televisione, soprattutto la televisione generalista e soprattutto Rai 1. Avere I bastardi di Pizzofalcone che viaggiano sulla loro autostrada, adesso Mina con questo insperato successo di pubblico e adesso la trepidazione di Ricciardi. Vedere Ricciardi in carne ed ossa sarà davvero molto emozionante.
I: tutto è cominciato con Il commissario Ricciardi, che emozione provi rispetto agli altri personaggi che vediamo comunque in tv?
DG: Ricciardi è stato molto amato dai lettori nel tempo. Ha avuto delle rappresentazioni teatrali molto belle. E’ diventato un fumetto dalla Bonelli che ha avuto un grande successo però di qui a vederlo in tv, sullo schermo è una cosa molto molto differente. So che è stato fatto un lavoro di ricostruzione dell’epoca molto complesso, molto oneroso. Tu sai che è ambientato nei primi anni ’30 e quindi anche da questo punto di vista sono io stesso molto curioso.
I: non hai visto niente?
DG: non ho voluto vedere niente e quindi lo vedrò insieme alla mia famiglia e agli spettatori per la prima volta.
I: e come è andata con la scelta dell’attore? Lino Guanciale sarà il Commissario Ricciardi. Anche lì ti sei tenuto fuori o hai partecipato?
DG: io credo molto nell’autonomia del lavoro, credo che ognuno debba fare la sua parte. Il lavoro televisivo è il frutto del lavoro dell’esercizio legittimo di tutte queste autonomie. Scegliere gli attori non sta a me, a me sta scrivere storie. Tutto il resto, gli attori, i costumi, le ambientazioni sono scelte della produzione, della piattaforma, del regista. Sono certo sia stato fatto un ottimo lavoro.
I: che Napoli vedremo? Ormai siamo abituati a vedere scorci della città diversi rispetto al solito. Dovrebbero darti un riconoscimento speciale per la ricaduta turistica che arriva dalle tue serie
DG: vedremo una Napoli diversa, come è stata diversa la Napoli di Mina rispetto a I bastardi di Pizzofalcone. Io credo di poter dare questo messaggio ovvero Napoli non è mai la stessa. Napoli è multiforme, è anche quella dell’Amica geniale, di Gomorra. Napoli è tutte queste realtà raccontabili da tutti i punti di vista. Io spero di fare questo, di cercare la città giusta per ogni storia che racconto. Quindi la Napoli degli anni 30 sarà evocativa, molto sentimentale fatta di miserie e di virilità com’era in quel periodo. Spero che anche a questa Napoli ci si possa affezionare.
I: nei tuoi libri c’è sempre il riferimento alla canzone napoletana. Le sentiremo anche nella serie tv?
DG: tanto più perché la canzone napoletana fa parte dell’identità di Napoli così come il cibo, come il dialetto, come un certo tipo di gestualità. Anche la canzone napoletana partecipa a tutto questo e quindi viene utilizzata per rappresentarla.
I: e allora stasera saremo tutti davanti alla tv per la prima puntata del Commissario Ricciardi, poi domenica tornerà Mina Settembre in attesa dei bastardi di Pizzofalcone. Insomma Maurizio, la tua è un’occupazione
DG: chiedo scusa per l’invadenza. E’ stata una concomitanza derivante dal lavoro dei produttori. Ovviamente sono felice per questo e spero di fare un po’ di compagnia i telespettatori.
I: in bocca al lupo Maurizio e grazie
DG: grazie a te