Sangiovanni a KKI:” sono un privilegiato ma anche un essere umano e quindi con momenti di tristezza”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Italia è intervenuto Sangiovanni per raccontarci del suo album “Cadere volare” e svelarci qualche piccola curiosità sul suo piatto preferito, lo sport che pratica, e i suoi progetti futuri.

Sara: ciao Sangiovanni, benvenuto nella nostra pausa pranzo, accomodati pure e raccontaci come vivi di solito questo momento, fai un pasto regolare?

Sangiovanni: ciao a tutti. Per me la pausa pranzo è sempre e comunque pasta, la mangio tutti i giorni a parte quando sono di corsa. I dietologi all’ascolto mi diranno che non va bene ma io la adoro. Capita spesso che il pranzo sia anche la mia colazione perché magari ho fatto tardi il giorno prima. Mi capita di fare colazione con tortellini con la panna insomma!

S: parliamo di Cadere volare, il tuo primo album uscito l’8 aprile (prima c’era stato l’EP “Sangiovanni). 12 tracce in cui ritroviamo un Sangiovanni più intimo ed introspettivo, ma prima di parlare delle canzoni, volevo chiederti qualcosa riguardo la copertina: ci sei tu in atto di cadere o volare appunto, com’è stata scattata la foto?

San: io avevo proposto di buttarmi davvero da qualche punto, ma per evitare rischi abbiamo preferito prendere un trampolino, uno di quelli che si usa nei giardini. Ci saltavo su tutto il giorno, atterravo di schiena e il fotografo scattava. Alla fine allo scatto prescelto è stato aggiunto un cielo che avevo fotografato io, perché esco spesso all’aria aperta a fotografare il cielo, mi piace molto.

S: è uscito anche il vinile, sappiamo che il vinile sta tornado di moda, tu sei un cultore di questo strumento, sei un collezionista?

San: sì ne ho tanti , ultimamente ne sto collezionando parecchi, mi piace proprio la grana di come si sente il suono, un po’ vintage, un po’ sporco, e poi è bello il design, il colore. Forse il più prestigioso che ho è Thriller di Micheal Jackson, il più venduto della storia!

S: ti abbiamo conosciuto con tracce allegre e spensierate, “Lady”, “Malibù”, poi “Scossa” , in questo album però c’è tanta introspezione , come in “Cielo dammi la luna”, una canzone molto profonda in cui esprimi un gran dolore. Colpisce che tu usi spesso la parola tristezza perché è bello sfatare un tabù e siamo costretti a dire che va tutto bene.

San: da fuori sembra che sia sempre tutto bello per chi fa questo lavoro. Per carità sono privilegiato e fortunato, ho una vita bella, ma siamo anche esseri umani con le nostre giornate tristi per chissà quale motivo e in realtà per molti artisti se non ci fosse tristezza o anche la depressione non ci sarebbe neanche la musica, quindi è bello che possiamo trasformare questi sentimenti in canzoni.

S: tu piaci a tutti dai bambini ai più grandi, anche molto ai professori, volevo chiederti cosa diresti ai genitori, ai professori che si confrontano con i ragazzi come te?

San: gli chiederei di credere nei giovani, accoglierli. Io ho sofferto molto di questo. Sono sicuro che il tempo sarà dalla nostra parte, è bello che gli adulti ti comprendano e diano fiducia; molti non lo fanno forse per esperienze personali negative.

S: Farfalle, canzone portata a Sanremo nell’ultima edizione. Com’è quel palco, quanta paura e tensione fa?

San: per me il palco è sempre un bel posto, più che paura per me rappresenta tranquillità, poi ho l’incoscienza dei miei 19 anni per cui sono salito sul palco senza pensarci più di tanto e mi ha portato fortuna. In generale ogni volta che salgo sul palco, non vedo l’ora di cominciare e quando il live finisce vorresti che non fosse già finito. Il palco non mi mette paura, c’è responsabilità ma quello che sento è energia positiva.

S: in questo momento sei in tour nei palazzetti d’Italia, ci sono dei riti o gesti scaramantici, o ti dedichi allo yoga, alla meditazione?

San: ho molte fisse di questo genere, per esempio all’inizio mettevo sempre lo stesso profumo, poi una volta ho dimenticato di metterlo ed è andata bene ugualmente come  il sortilegio fosse spazzato, però per la verità superato un rito scaramantico, me ne trovo subito un altro, tipo indossare sempre le stesse scarpe. Poi faccio riscaldamento vocale e anche riscaldamento fisico perché la postura è importante per performare sul palco e per cantare. È necessario togliere tensione fisica per questo ad esempio vari movimenti o anche cose a testa in giù.

S: fai sport?

San: Gioco a paddle , ci gioco da prima che diventasse famoso in Italia, è bello che si sia così diffuso.

S: Sangiovanni, tu hai partecipato ad “Amici” a 17 anni, alla musica ti sei avvicinato a 16 anni,  viene da chiederti che cosa volessi fare a 15 anni?

San: pensavo di lavorare nella moda, che mi appassiona molto, anche quello è un lavoro non usuale, ho sempre cercato di vedere la mia vita in maniera non ordinaria. In realtà ora penso il contrario, vorrei studiare.

S: Pensi mai al liceo?

San: sì, mi manca, è come se mi fosse stato tolto qualcosa, due anni di scuola, adesso tornerei a scuola volentieri per studiare ed avere quella possibilità lì.

S:  In bocca al lupo per tutto ciò che sceglierai di fare, grazie mille

San: grazie a te!

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