Con il Decreto Draghi, da oggi 7 aprile sono tornati in presenza 5,3 milioni di studenti tra scuole elementari e prima media. In Campania, una ventina di sindaci si sono avvalsi di ordinanze comunali per tenere chiusi gli istituti a scopo precauzionale. In Puglia, il governatore Emiliano ha invitato i genitori a scegliere tra la presenza e la didattica integrata. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con il Prof. Antonello Giannelli, presidente dell’associazione dei presidi.
Ida: buongiorno e ben ritrovato
Giannelli: buongiorno a lei e a tutti i radioascoltatori
I: ci ritroviamo a parlare ancora una volta della riapertura delle scuole. Cosa succede oggi?
G: come diceva lei giustamente, tornano in presenza tanti bambini e tanti ragazzi. Ricordo che l’attività a distanza non si è mai fermata però la scuola vera è quella in presenza indubbiamente. E’ essenziale, non possiamo prescinderne. Quello che possiamo dire, è che la situazione, come spesso accade è a macchia di leopardo. Abbiamo sentito di alcune aeree geografiche in cui si lascia alle famiglie la scelta di mandare o no i propri bambini a scuola. Io questa decisone non la condivido naturalmente e per due ragioni: una che è connessa alla tutela della salute pubblica e cioè se c’è un rischio l’autorità competente, quella sanitaria e quella territoriale, deve impedire la frequenza. Se questo rischio non c’è, invece, deve obbligare in qualche modo alla frequenza scolastica. In più, tutto questo è deleterio per l’organizzazione dell’attività scolastica. Non è possibile avere un’attività che venga svolta in classe e in automatico trasmessa nelle case. Insomma, abbiamo due effetti negativi che io non condivido.
I: insomma, nuova apertura ma problemi vecchi. Quali sono le criticità che comunque ci sono nonostante siano passati molti mesi dalla riapertura ufficiale.
G: sostanzialmente sono quelle che stiamo lamentando da mesi. Come ha ammesso lo stesso Presidente Draghi, il problema non è tanto nelle aule scolastiche perché lì abbiamo un livello di sicurezza buono, le regole sono sempre state rispettate e quindi non abbiamo particolari preoccupazioni. C’è, però, tutto l’indotto. In particolare, e questo riguarda le scuole superiori, i mezzi del trasporto pubblico locale non sono mai stati messi in sicurezza perché comunque non si riesce a limitare più di tanto l’afflusso sulle vetture e il rispetto delle misure minime fra cui l’uso della mascherina non si è garantito sempre e comunque. L’altra questione aperta riguarda quella dello screening del passaggio sui tamponi veloci. Di questo si è parlato tante volte, si è ipotizzato di praticarlo in tutte le scuole magari su base settimanale però di fatto questo ancora non è partito. Oggi di sicuro non è partito su scala nazionale.
I: questo sarebbe il famoso protocollo unico con tutte le indicazioni che stanno attendendo le scuole
G: il protocollo per le scuole al quale stiamo lavorando serve a garantire prima di tutto lo svolgimento degli esami di stato sia del primo che del secondo ciclo e questo sarà pronto a breve. Io non dubito che su questi si raggiungeranno dei buoni risultati ma questo movimenta molti meno ragazzi di quelli coinvolti nella frequenza in classe.
I: cosa vogliamo dire ai professori e ai ragazzi che stanno tornando in classe?
G: la notizia positiva secondo me e sulla quale dobbiamo insistere e che è poi la vera chiave di volta di tutta la situazione riguarda la somministrazione dei vaccini. Ad oggi abbiamo una percentuale molto elevata all’interno del personale scolastico, essenzialmente con la prima somministrazione. E’ bene puntualizzarlo però ci stiamo avviando verso la risoluzione. Abbiamo più del 70% del personale a cui è stata somministrata la prima dose. Una piccola percentuale, circa diecimila, è già completamente vaccinato. Questo è indubbiamente un dato positivo però tutto il Paese deve accelerare perché siamo in ritardo.
I: e per il resto degli studenti, quando si potrebbero riaprire i portoni delle scuole?
G: guardi, come ho sempre detto mi auspico un ritorno a scuola il prima possibile perché la scuola vera è fatta di relazioni, di presenza, di scambi anche emotivi che dietro a un computer, ad uno schermo è un po’ difficile poter avere. Speriamo che si possa davvero rientrare prima della conclusione dell’anno scolastico e di riuscire a fare qualche settimana insieme
I: potrebbe essere anche un momento di verifica su quanto fatto in quest’anno così particolare. A tal proposito cosa pensa delle bocciature che quest’anno potrebbero essere autorizzate?
G: ma guardi, le bocciature vengono lasciate alle scuole, ai docenti. Io non ho dubbi sul buonsenso di tutti. Onestamente mi sembra un po’ difficile ipotizzare che in una situazione come questa ci possa essere chi è preso da un sacro furore rigorista. Diciamo che bisogna tener conto della situazione, ovviamente questo non significa che bisogna trattare allo stesso modo chi si è impegnato di meno e chi ha ottenuto buoni risultati. Di ragazzi ce ne sono tanti così, che hanno trovato in questa difficile situazione un’occasione e un’opportunità anche di approfondimento di tematiche scolastiche e culturali. E’ importante poter distinguere e in questo caso l’autonomia delle scuole e l’indipendenza di giudizio dei docenti saranno il punto forte secondo me.
I: Prof. Giannelli grazie di aver viaggiato con noi e buon lavoro
G: grazie e buon lavoro a voi.