AURORA LEONE E LE FRASI SESSISTE DEL DG NAZIONALE CANTANTI, MILENA BERTOLINI:”INACCETTABILE E SCANDALOSO”

 

Brutta vicenda quella che ha visto come protagonista, suo malgrado, Aurora Leone. Giovane attrice parte del collettivo The Jackal. Convocata per giocare contro la Nazionale cantanti nella partita del cuore ha pubblicato sui social la denuncia di un episodio di sessismo da parte di Gianluca Pecchini che, l’avrebbe invitata ad alzarsi da tavola perché quel posto non era per lei in quanto donna. A nulla è servita la spiegazione dell’attrice, regolarmente convocata, costretta a lasciare la squadra. Pecchini, intanto, si è dimesso. Eros Ramazzotti ha preso le distanze da queste posizioni per niente in linea con la missione della Nazionale cantanti. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con Milena Bertolini, CT della Nazionale femminile di calcio fino al 2023, quindi riconfermata alla grande. La Nazionale azzurra ha dato grande soddisfazione all’Italia per l’ entusiasmante cavalcata ai Mondiali di Francia 2019 e poi la qualificazione del Febbraio scorso all’europeo del 2022 ed a settembre poi sarà impegnata anche nelle qualificazioni per i mondiali del 2023.

Ida;: buongiorno e benvenuta a bordo

Bertolini: buongiorno a voi e grazie dell’ invito

I: lei spesso viaggia con noi e con grande piacere a bordo del treno delle 8 perché vogliamo continuamente ribadire che le donne giocano a calcio, parlano di calcio e quindi quello che è successo ad Aurora Leone è veramente scandaloso

B: sì, assolutamente sì so ma ormai le donne sono a pieno titolo nel mondo del calcio e nel mondo dello sport. Certo, quello che è successo concordo, è scandaloso e soprattutto inaccettabile. Insomma ormai siamo nel 2021, credo che queste situazioni non si possano più accettare pure avendo la consapevolezza che in Italia purtroppo la mentalità, soprattutto nel mondo maschile verso la figura femminile, è ancora un po’ questa.

I: in effetti ci lascia un po’ così perché noi ne parliamo continuamente, ci sono continue battaglie per azzerare questa differenza tra uomini e donne, questo sessismo, questo maschilismo. Insomma continuano i luoghi comuni sulle donne e il calcio, partendo dal titolo di un libro che lei ha curato è come se le donne avendo le tette non possano giocare a calcio

B: sì beh questa è una classica frase che ti senti dire, che ci siamo sentite dire noi tutte ragazze un po’ più grandi che abbiamo giocato a calcio. Magari adesso un pochettino meno. È chiaro che le differenze ci sono ma quello che importa sono le stesse opportunità, lo stesso valore. Ecco, questo è quello che mi piace ribadire e purtroppo il calcio è forse uno degli ultimi fortini degli uomini nel senso che è uno di quegli spazi che loro stanno cercando di difendere fortemente quasi avessero paura dall’ingresso delle donne. Io credo, invece, che il fatto che donne possano entrare, stare nel mondo del calcio sia solo una grande opportunità perché portano uno sguardo diverso, portano una visione diversa che arricchisce. Ecco perché è importante invece che ci siano sempre più donne nel mondo del calcio, sia in termini di allenatori, allenatrici negli staff tecnici ma anche in termini dirigenziali. Perché poi sappiamo che il cambiamento passa da lì, dai dirigenti

I: esattamente, quindi sempre dall’alto. Ma perché tutta questa chiusura da parte degli uomini nei confronti delle donne? Qual è la paura principale? Lei ha percepito qualcosa, ha avuto modo di scambiare chiacchiere comunque con qualcuno che magari ha espresso qualche timore, qualche pensiero in merito?

B: ma Io credo che derivi anche dalla storia. Se noi vediamo anche un po’ la storia dello sviluppo del calcio femminile ha sempre trovato degli ostacoli ma già dai tempi del fascismo e non solo. Questo è un discorso generale, già negli anni ’20 c’è stato questo ostracismo. Ma forse perché può fare un po’ paura magari l’idea che ci possano essere donne che abbiano competenze. Fanno paura, tolgono questo spazio considerato quasi sacro. Ma poi ci portiamo dietro un po’ della storia perché lo sviluppo del calcio femminile in Italia, a parte che è stato ostacolato dalle dittature perché si pensava che il calcio potesse incidere su quella capacità di fare figli da parte della donna perché a donna è vista un po’ nella nostra cultura patriarcale un po’ in questo in questo modo, come madre moglie e poco altro. E poi negli anni ’50/’60 è stato visto come avanspettacolo, si andava a vedere le donne che giocavano a calcio per vedere le gambe. Ecco, questo è un po’ la cultura e la mentalità che adesso non possiamo più accettare

I: sono passati decenni e decenni

B: però questa cultura del patriarcato in Italia ancora incide tanto. Ecco perché è importante che i mezzi di comunicazione mettano in risalto queste situazioni dissociandosi in modo netto come è successo in questo caso. È fondamentale per un cambiamento di visione di tutti

I: e noi saremo sempre pronti a ribadire e a sottolineare che questi episodi appunto ormai non hanno più senso e appartengono veramente all’ antichità. Ma intanto Milena parliamo anche del suo percorso professionale, lei è stata riconfermata, e giustamente, ct della Nazionale femminile di calcio. Ci sono a grandi obiettivi grandi traguardi da raggiungere

B: sì, ci aspettano due anni molto intensi no io sono molto felice di continuare questo percorso iniziato quattro anni. Sono stati quattro anni belli intensi con risultati importanti, il mondiale, la qualificazione soprattutto quel mondiale che ha fatto un po’ cambiare la percezione nel nostro paese del calcio femminile. I prossimi due anni saranno due anni molto intensi perché avremo il prossimo anno la finale del campionato europeo in Inghilterra e sarà un’edizione bellissima, ancora forse più bella del mondiale. E poi da settembre quattro le qualificazioni per il prossimo Mondiale che si terrà nel 2023 in Australia e anche lì percorso sarà complesso perché nel nostro girone parte solamente la prima. Insomma dovremo essere brave e dare il meglio perché se riusciamo a fare bene, possono essere due anni importanti per dare un ulteriore rilancio a tutto il movimento.

I: intanto cresce l’entusiasmo intorno a questa squadra. Lei ha anche il patentino per allenare squadre di serie A, in un futuro e speriamo non tanto lontano potrebbe allenare nel massimo campionato? E quale squadra poi le piacerebbe allenare?

B: premetto che amo tantissimo allenare la nazionale, però è chiaro che è una possibilità che ci potrebbe essere in futuro assolutamente e come me ci sono anche altre mie colleghe che potrebbero essere pronte per allenare una squadra maschile. Peraltro il mio percorso nasce nel maschile nel senso che io ho iniziato ad allenare nel maschile, ho fatto le categorie maschili e giovanile addirittura insomma anche in eccellenza, quindi è normale per me e come per altre mie colleghe poter pensare di allenare nel maschile. Come dicevo prima ci vogliono però i dirigenti che facciano questa scelta, in questo in questo momento è una scelta sicuramente coraggiosa. Credo però che in futuro ci possa essere questa possibilità come del resto è già avvenuta al di fuori dell’Italia

I: quindi sarebbe quasi ora. Intanto la lasciamo preparare tutte le cose che riguardano la Nazionale femminile, le facciamo tanti tanti complimenti visto che la FIGC le ha rinnovato la fiducia come dicevamo con merito, in bocca al lupo. Ci sentiremo presto Milena

B: grazie a voi

 

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