Carosello Carosone, Eduardo Scarpetta: “Da Carosone ho imparato molto dal suo altruismo e generosità sul palco”

 

A 100 anni dalla nascita e a 20 dalla morte, arriva su Rai 1 Carosello Carosone. Tratto da Carosonissimo, il libro di Federico Vacalebre, il film è un  omaggio ad un grande protagonista della musica napoletana riconosciuto in tutto il mondo. Stiamo parlando di Renato Carosone. L’autore di Tu vuo’ fa’ l’americano, Torero, Caravan Petrol e tanti altri successi sarà interpretato da Eduardo Scarpetta che, come si intuisce dal cognome, è il tris nipote del suo omonimo, padre di Eduardo, Peppino e Titina.
A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato proprio con il giovane Eduardo.

Ida : buongiorno

Scarpetta: buongiorno a tutti!

I: come ti senti?

S: bene bene. Non è solo emozione quella che provo, è una serie di emozioni che messe insieme ne formano un a cui non so dare un nome.

I: è un’adrenalina bella. E tu lo guarderai?

S: io sarò davanti alla tv a guardare questo film. Non vi nascondo che l’ho già visto tre volte quindi so perfettamente cosa guarderanno tutti e questa cosa peggiora la mia situazione.

I: intanto è incredibile la somiglianza con Renato Carosone

S: ce n’è e non ti nascondo che quando ho fatto il provino sapevo che con i capelli con il gel c’era questa somiglianza per cui sono andato al provino con belle speranze che poi si sono rivelate positive.

I: anche Vincenzo Nemolato somiglia tantissimo a Gegè Di Giacomo. Quanto avete lavorato per rendere così accattivanti l’atmosfera e all’interpretazione dei personaggi?

S: ognuno ha lavorato per fatti suo. Io avevo il pianoforte, Nemolato la batteria. Ho lavorato per un mese mezzo con Ciro Caravano dei Neri per caso. Lui ho studiato canto e pianoforte. Io non ho mai messo mano ad uno strumento musicale, ho comprato una tastiera professionale, una Yamaha con 88 tasti. Ora è a casa. Andavo a studiare a Salerno e poi tornavo a casa per fare esercizi con le mani. Per quanto riguarda la parte attoriale, ho lavorato sulla mimica, al rapporto con gli altri sul palco e poi mi sono dedicato al canto. E non è stato affatto facile perché non è il mio campo ma, come un ariete, testa bassa e ho cominciato a lavorare con tanta rabbia e frustrazione perché ci sono delle influenze africane in alcune canzoni di Carosone che sono complesse da riproporre con la voce per me che non sono un cantante. Prima dell’inizio delle riprese ho registrato le canzoni quindi sono andato in uno studio di registrazione, c’era anche Stefano Bollani. Stare in uno studio di registrazione insieme a lui è stato un piacere e un onore

I: le mani sul piano che vedremo stasera sono davvero le tue?

S: questa la spieghiamo. Ci sono dei punti nel film in cui sono io che suono il pianoforte precisamente in Tu vuo fa’ l’americano, Maruzzella e Caravan Petrol, nei momenti di creazione di queste canzoni. In altri momenti, soprattutto quando ci sono campi stretti sulle mani, quelle sono di Bollani. Ma ci sono diversi punti in cui le mie mani sono in campo, per esempio quando sono sul palco

I: e allora questa sera sarà anche divertente mettersi a cercare le tue mani e quelle di Bollani. Che cosa hai imparato interpretando Carosone?

S: da Carosone ho imparato molto del suo altruismo, della sua generosità sul palco. La lettura che ho fatto di Carosone anche attraverso il libro da cui è tratto il film e poi interpretandolo è quella di un uomo dal forte altruismo artistico. Io non l’ho mai visto pretendere i fari solo ed esclusivamente su di lui. Immagino che cosa abbia pensato quando ha incontrato Gegè Di Giacomo. E’ stato un terno al lotto perché si è trovato di fronte un genio. Come vedremo nel film, Gegè si presenta all’incontro e voglio chiarire che è realmente accaduto. Noi vedremo la vita di Carosone da quando aveva 17 anni fino a quando si ritira dalle scene a 39 anni, quindi i 9 anni in Africa molto difficili di cui non sapevo nulla. Immaginiamoci un ragazzo di 17 anni appena diplomato al conservatorio che va in Africa e al quale va male la prima esperienza. E alla fine della sua carriera in Rai ha lasciato con le lacrime agli occhi dicendo :” io lascio tutto a Gegè Di Giacomo” con la speranza che facesse la sua strada. Insomma un grande senso di altruismo artistico a cui si può attingere. Prima dicevi chi è che non conosce Renato Carosone. Paradossalmente mi è capitato di parlarne con qualcuno che alla domanda “tu conosci Carosone” ho dovuto rispondere canticchiando Tu vuo fa’ l’americano per sentirmi dire “ah sì certo”. Arriva la sua arte, lui si mette dietro la sua arte

I: e allora questa sera tutti davanti alla tv per goderci Carosello Carosone. Grazie ad Eduardo Scarpetta. In bocca al lupo

S: grazie grazie

 

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