DIRETTORE D’ORCHESTRA, BEATRICE VENEZI:”SONO STATA ATTACCATA DA COLLEGHE COL FRAC”

 

Oggi 8 marzo si celebra la Giornata Internazionale delle donne. In questo 2021, questa ricorrenza assume un significato ancora più importante perché ad un anno dalla pandemia si tirano le somme su quanto la situazione drammatica che stiamo vivendo abbia pesato proprio sulle spalle delle donne. E a Radio Kiss Kiss Italia abbiamo parlato dell’8 marzo insieme ad uno dei direttori d’orchestra donna più giovani in Europa e che Forbes ha inserito tra i 100 under 30 più influenti. In libreria con Le sorelle di Mozart, Beatrice Venezi ha viaggiato a bordo del Treno delle 8.

Ida: buongiorno

Venezi: buongiorno a tutti

I: grazie di essere con noi oggi. Si è riposata dopo il lavoro con la giuria di Sanremo per scegliere le nuove proposte?

V: Sì sì, è stata una bellissima esperienza, ora sono in fase di recupero

I: lei arriva dal mondo classico, si è trovata ad ascoltare questi giovani. Che idea si è fatta sul livello musicale in Italia?

V: ho notato un livello molto eterogeneo sia come stili che preparazione vocale e preparazione musicale in generale. E’ stato interessante e non semplice dare giudizi questo perché ognuno poi ha la propria sensibilità, il proprio background. In finale sono arrivati ragazzi che veramente avevano talento, è stata una scelta meritocratica Abbiamo fatto un buon lavoro.

I: meritocrazia, arriveremo a questa parola. Lei è stata sul palco dell’Ariston, è arrivata nelle case di milioni di spettatori. Ciò che ha colpito è stata la risposta che lei ha dato ad Amadeus “per me quello che conta è il talento, la preparazione con cui si svolge un determinato lavoro. Le professioni hanno un nome preciso e nel mio caso è direttore d’orchestra e mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo”. Su questo si è aperto un dibattito, si è scatenata una polemica perché per molti lei aveva l’occasione di lanciare un messaggio importante da quel palco per cui avrebbe dovuto dire direttrice

 

V: ma non lo condivido, non è una battaglia che condivido. Io mi batto per le cose concrete, lo faccio attraverso i vestiti che indosso invece di indossare il frac. Molte critiche mi sono arrivate proprio da quelle colleghe che poi sul palco ci vanno col frac. Le mie battaglie sono legate a fatti concreti, come smarcare la figura del direttore d’orchestra donna in determinate aeree culturali dove questo non era mai avvenuto prima come l’Armenia, la Georgia, l’Azerbaijan. A mio modo di vedere, la declinazione femminile non aggiunge niente e anzi va in una direzione completamente diversa rispetto a quella che dovremmo cercare che dovrebbe essere un punto di contatto, trovare un’unica definizione per le professioni che possano avere di conseguenza un unico trattamento, un’unica possibilità di accesso, un unico salario per entrambi indipendentemente dal genere. E invece ci si continua a dividere e questa continua divisione non fa altro che portare ad un’ulteriore differenza. Questa è la mia personale opinione ed è per questo che mi assumo la responsabilità. Mi è sembrato di vivere in un’altra dimensione, una cosa fuori dal mondo per le critiche feroci e gli attacchi personali che ho subito sui miei profili personali e questo la dice lunga sullo stato della democrazia in questo Paese.

I: alla fine si finisce col dare più importanza alla forma più che alla sostanza. Tra l’altro, se la cosa la può consolare, che oggi c’è un’intervista al Presidente del Senato Casellati in cui dice che già tre anni fa tenne a chiarire che voleva essere chiamata “il” Presidente e non “la” Presidente e aggiunge “non è una parola a cambiare il modello di vita è il percorso di emancipazione femminile

V: è il pensiero che condivido. È da tanti anni che mi faccio chiamare direttore, non credevo fosse una grande novità all’Ariston, appunto

I: a proposito di donne, lei ha scritto un libro molto bello con il quale fa capire la condizione delle donne andando indietro nel tempo. Le sorelle di Mozart, questo il titolo, raccoglie le storie di compositrici, di musiciste, insegnanti, strumentiste che però non sono riuscite ad affermarsi ma sono rimaste sempre dietro a qualcuno

V: diciamo che hanno avuto un loro peso specifico all’interno della storia della musica ma poi la storia ha parlato di loro come sorella di, moglie di…quindi mi sembrava giusto ridare loro il giusto peso. Ci sono personaggi straordinari come Ildegarda de Bingen, questa monaca che durante il medioevo scardina completamente alcuni dettami intorno alla figura femminile. Mi piace vederla come una sorta di Leonardo da Vinci ante litteram per arrivare a Louise Farrenc che rivendica la parità salariale, cosa di cui parlavamo poco fa . E poi c’è Bjork

I: perché Bjork?

V: mi piaceva dare un affresco di queste donne lungo un arco temporale molto ampio anche per rivendicare quella che è la mia concezione della musica senza barriere, senza limiti temporali. Ogni stagione ha la propria musica e ha il proprio stile ma non mi piace pensare alla musica a compartimenti stagni. Una musica senza tempo, è un po’ questa l’idea che travalicasse tutte queste regole e le imposizioni che ogni tanto ci diamo. Trovo Bjork molto interessante sia dal punto di vista musicale che umano. E’ una donna, un’artista che non è etichettabile. In lei confluiscono varie influenza musicali dalla classica al jazz, dalla folkloristica all’elettronica. Tutta questa sua grande cultura musicale fa nascere un linguaggio totalmente personale che non è incasellabile in nessuna categoria.

I: oggi quanto, e se, è difficile fare musica per una donna, soprattutto nel suo mondo. E’ cambiato qualcosa?

V: è cambiato molto soprattutto per le giovani generazioni, anche il direttore donna che viene vista magari con sospetto da certe generazioni tra quelle più giovani questo non succede perché c’è molta più apertura, maggiore predisposizione nei confronti delle pari opportunità. Detto questo, è un mondo che ha bisogno ancora di tantissimo lavoro sulla parità, sulla modernizzazione perché questo mondo ha necessità di stare al passo con i tempi pur avendo a che fare con contenuti che appartengono al passato con una forte valenza sul presente. Questo deve essere valorizzato

I: cosa vuole dire a tutte le donne che oggi stanno tirando le somme di un anno molto faticoso

V: credo sia arrivato il momento di una presa di coscienza collettiva rispetto alla posizione della donna nella società e soprattutto nel mondo del lavoro. E’ importante andare avanti con battaglie estremamente pratiche perché questo gender gap si possa effettivamente risolvere. C’è bisogno di fatti concreti in ogni settore compreso quello delle pari opportunità

I: grazie per aver viaggiato con noi. Le auguriamo il meglio

V: grazie a voi

 

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