Gigi D’Alessio a KKI:”Dopo 33 anni abbiamo ancora la bandiera di Maradona. Non siamo un popolo usa e getta”

Parlare di musica con chi la fa con grande attenzione e passione è sempre un grande piacere Se poi si chiama Gigi D’Alessio, lo è ancora di più. Autore e interprete di tanti successi, D’Alessio sarà protagonista di “Uno come te – ancora insieme”, sei eventi live nella sua Napoli. Ne abbiamo parlato proprio con lui, ospite a Radio Kiss Kiss Italia

Sara: buon pomeriggio, come stai? Ben tornato a casa, a Napoli, in una città in festa. Come stai vivendo l’adrenalina di questi giorni per lo scudetto?

Gigi: Napoli è la città delle feste, noi siamo un popolo che vuole festeggiare soprattutto quando otteniamo qualcosa di inaspettato. Dopo 33 anni abbiamo ancora la bandiera di Maradona, noi ci affezioniamo ma non dimentichiamo, non siamo un popolo usa e getta.

Sara: a proposito di festa: è pronta una bellissima festa a Napoli a Piazza del Plebiscito, una piazza importante per te che l’anno scorso ti ha visto festeggiare i tuoi trent’anni di carriera. Un momento commovente per tutti noi, un pezzo di Napoli che parlava al mondo.

Gigi: sono soddisfatto perché i grandi eventi di solito si fanno da Roma a salire, quando riesci a farlo a Napoli è bellissimo. Per esempio c’è stata anche Fiorella Mannoia che intanto sta cercando casa a Napoli. Da Napoletano è un grande orgoglio.

S: Sembra che il mondo si sia accorto ora di questa città?

G: è vero. Io dico sempre che Napoli prima era una meta intermedia. Ora è la meta e il merito di tutto questo è della nuova generazione che ha saputo portare Napoli più in alto, anche nella musica.

S: sì, ma non dimentichiamo la tua generazione. Da trent’anni tu rappresenti stati d’animo e fai vivere emozioni, emozioni che siamo pronti a rivivere con la serie di cinque eventi a Piazza del Plebiscito “Uno come te – ancora insieme”.

G: sì, ci sarà un evento in tv il 1 giugno su Rai 1 alle 2030. Noi poi saremo in concerto live il 26, 27, 28 maggio e il  2 e 3 giugno . Sono 5 live più uno in tv, è un’occupazione di suolo praticamente! Io sono senza parole perché dopo trent’anni sapere che 75mila persona hanno comprato il biglietto è motivo di grande orgoglio. Questi 75mila cuori che cantano ogni sillaba delle mie canzoni sono una cosa che non riuscirò mai a ricambiare. Proverò a regalare emozioni inaspettate anche attraverso amici che saliranno sul palco. Ti faccio qualche nome, Max Pezzali, Nino D’Angelo, Geolier, e Lazza.

S: parliamo del tuo nuovo singolo, “Si te sapesse dicere”, che segna il tuo ritorno al napoletano, finalmente.

G: devi sapere Sara, che adesso è molto accettata la lingua napoletana, ma ci abbiamo lavorato tanto. 23 anni fa al mio primo festival di Sanremo, in “Non dirgli mai” c’era una sola frasi in napoletano “si stasera t’avessa vasà” e me la volevano censurare. Io dissi che l’avrei cantata in italiano, poi salii sul palco e la cantai in napoletano. Noi napoletani siamo bilingue dalla nascita. Nasciamo con il napoletano come lingua madre mentre la prima lingua straniera che studiamo è l’italiano. Siamo artisti bilingue nello stesso paese. Sono contento che “Si te sapesse dicere” stia ricevendo tutto questo affetto. È una canzone d’amore universale, va bene per un figlio, una mamma, un fratello, una sorella, io l’ho dedicata alla mia compagna, l’ho scritta pensando a lei.

S: cos’è il napoletano riesce a dire che non si può dire in italiano?

G il napoletano ha il dono della sintesi e soprattutto ha un suono bello. Pensa a questa cosa: ha mai avuto  successo una canzone tedesca,? No… perché è una lingua dura. I successi sono inglese, spagnoli, napoletaniperché hanno un suono più dolce. La canzone italiana conosciuta nel mondo è la canzone napoletana. Se io ti dico:” Sara come sei donna” e poi ti dico: “Sara, comme si femmen”,  è un’altra storia, è quello. La nostra lingua è piena di arabo, francese, spagnolo. Tutte queste influenze le hanno dato un suono meraviglioso.

S: Gigi parliamo anche di questa era digitale, che rapporto hai con i social?

​G: cerco di usarli e di non farmi usare. Non si può vivere col telefonino in mano perché così perdi un sacco di vita. Va bene usarlo per lavoro, per emergenze come in Emilia, per organizzare aiuti. Però fotografare tutto ciò che si fa, quello che si indossa, quello che si mangia non ha senso. Diventa un continuo apparire, si impazzisce, vedi la vita attraverso uno schermo. Non c’è niente di più bello di un “ti amo” detto guardandosi negli occhi… Parliamo anche di non dirgli mai, vent’anni dopo in una versione con la London Simphony Orchestra, registrata tre anni fa. Posso farvi un complimento? Sono felice che esista una realtà come il gruppo Kiss Kiss che è nata nella mia città. È bello sapere che una realtà costruita mattoncino dopo mattoncino, sia diventata così importante. Ora venire qui, vedere i nuovi studi, conoscere tante persone che ci lavorano è bellissimo.

S: Grazie di cuore delle tue parole Gigi, intanto arrivano tanto messaggi, com’è il rapporto con il tuo pubblico?

G: sai, il difficile è essere facile e veri. C’è sempre stato un rapporto di onestà e rispetto verso il pubblico. Il pubblico sono i miei padroni ed è giusto servire i padroni anche se non riuscirò mai a fare abbastanza.

S: arriverà un nuovo album?

G: sicuramente, per il 2024 arriverà. Al momento siamo concentrati sui live e su queste cinque giornate a Napoli.

S: in bocca al lupo Gigi e grazie di tutto, è stato un vero piacere essere con te!

G: grazie a tutti voi, buona vita

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