Piccole cose connesse al peccato

C’è un’età in cui l’urgenza di amare è la cosa più viva, la più feroce.
Annina e Enza dividono una stanza nella vecchia casa della nonna, in una località non lontana da Taormina, ma dove non c’è nulla, se non pochi bar-gelateria e lidi balneari. Più grande di Annina e ormai una bellezza sbocciata, Enza si aspetta un’estate di litigi con la madre e di una noia infinita. Ma la vacanza delle cugine prende tutt’altra direzione quando incontrano Bruna: la ragazza più irregolare del paese che si porta dentro un lutto e una sete di rivalsa. E conosce benissimo un giro di ragazzi che si arrabattano con espedienti non proprio legali, cresciuti come sono in famiglie disagiate e violente. Eppure persino il capo del gruppo, Mirco, si rivela più sensibile e corretto di quanto suggerirebbero i pregiudizi.
Il pericolo non viene dai maschi, ma da tutto ciò che sobbolle tra le protagoniste: rivalità, smania di diventare donne, confusione del desiderio. È Annina, la più piccola, la meno appariscente, a raccontarci la storia di quella vacanza che segna un tragico spartiacque: come osservatrice e testimone, e come chi viene di colpo precipitata nell’età adulta. La scoperta di una realtà più arcaica di quella borghese delle loro famiglie, l’affacciarsi incerto e prepotente della sessualità, l’idea di un potere femminile senza colpe e senza restrizioni, tanto generativo quanto distruttivo, sembrano aprire per le due adolescenti la via di fuga di un diverso destino.
Lorena Spampinato ha scritto un romanzo di formazione insolito sia per la costellazione delle figure femminili, sia per lo stile particolarissimo, denso ed evocativo. L’estate siciliana diventa così un teatro da dove, sotto lo scorrere delle esperienze adolescenziali – le feste, le sfide, il conflitto con le madri –, emerge una dimensione archetipica e si finisce ammaliati da quella forza oscura senza tempo.

Non fu per curiosità che quella sera scendemmo in spiaggia con gli altri. La curiosità non ci avrebbe spinto tanto lontano. C’entrava piuttosto qualcosa che vagamente somigliava al vuoto, oppure al desiderio.

Lorena Spampinato è nata a Catania nel 1990. Ha vissuto a Londra e a Roma e si è laureata in Scienze politiche. Il suo romanzo più recente, Il silenzio dell’acciuga (Nutrimenti, 2020), è stato proposto per il premio Strega 2020 da Lidia Ravera.

Notizie del giorno

ti potrebbe interessare