Aiello: “Ho un vulcano sotto la pelle. Da qui carnalità e passione nella mia musica”

 

Per la prima volta Aiello calca il palco del Teatro Ariston dove presenta Ora. La sua partecipazione alla kermesse corona un anno e mezzo di successi, una candidatura ai David di Donatello, milioni di stream e visualizzazioni su YouTube per il suo album d’esordio “EX VOTO”.
A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con l’artista cosentino.

Pino: ciao Antonio, come stai dopo l’esibizione di ieri?

Aiello: buongiorno a voi! Bene bene, mi sto riprendendo. Nessuno può credere quanto sia impegnativo il palco di Sanremo, travolgente. Purtroppo con quelle poltrone rosse vuote è complicato però tutto molto bene.

P: C’è chi ti dà tra i favoriti, c’è chi scrive a proposito della tua performance “probabilmente è stato vittima dell’ansia causata dall’evento così importante”

A: è evidente che io abbia caricato particolarmente perché immagino sia chiaro a tutti il momento che viviamo, il palco pazzesco, il pubblico assente, l’emozione, l’esordio. Potrei avere un’infinita lista di ragioni però ciò che mi riempie d’orgoglio è che la canzone sta piacendo un sacco. Sono convinto e certo che tutti possono perdonare l’emozione quando è pura e l’imperfezione quando è così sincera. L’importante è che la canzone venga premiata, leggo dei commenti bellissimi quindi sono molto felice

P: ho visto molta fisicità nella tua esibizione che ha riempito il palco

A: quello è il vulcano che ho sotto pelle, quella carnalità e passione che metto in tutte le canzoni. Probabilmente su un palco normale, non quello di Sanremo che è veramente importantissimo e complicatissimo, avrei gestito ancora meglio questa fisicità. L’imperfezione è verità e io sono una persona vera

P: Quanto c’è di Aiello in Ora?

A: C’è troppo, è questo il problema perché la canzone non me l’ha scritta nessuno. L’ho scritta io per raccontare un suicidio d’amore e quindi a me costa tantissimo. E quando una cosa ti costa…

P: andiamo a 12 mesi fa, stavi per partire con il tour poi sappiamo quello che è successo. Quanto tui manca il contatto con il pubblico?

A: tantissimo., terribilmente. E’ la sofferenza che stanno vivendo tutti quelli che fanno questo mestiere. Non cantare o cantare di fronte ad un vuoto è quasi alienante. Non vedo l’ora che riparta il tour quindi a questo punto non vedo l’ora che arrivi ottobre. Sanremo è importante per tutti noi, per me per farmi conoscere da più persone e condividere la mia musica. Ma è importante anche perché riaccende e fa lavorare una macchina molto più grande che è quella dello spettacolo. Parliamo di 26 progetti discografici presentati e tantissime persone che lavorano ad uno spettacolo gigante. Quindi è davvero un’opportunità di lavoro per tutti. Per fortuna che c’è Sanremo e che è stato fatto, nonostante tutto

P: Ma com’è l’atmosfera in questo Sanremo?

A: purtroppo ci si incontra raramente, ognuno è nella sua stanza. Siamo tutti blindati, distanziati, mascherati fino a 30 secondi prima di arrivare sul palco. Insomma è tutto molto bello ma tutto affatto facile.

p: nella tua musica cii sono varie contaminazioni un po’ come al Sud

A: io mi diverto e mi viene naturale fare musica così, mescolando colori, sapori e generi. In questo disco ho mescolato l’harem ‘n b che ho sempre ascoltato, poi il pop, il clubbing, l’urban e il sound popolare, latino della mia terra. Io vengo dalla Calabria, sono nato in Calabria anche se non abito più lì da 14 anni e la Calabria è veramente l’emblema delle diverse contaminazioni, culture. E’ un bellissimo manifesto di diversità e di convivenza di diversità. E io l’ho tradotta nel mio disco che è un omaggio al meridione in generale. Io voglio staccarmi dal dualismo Nord Sud ma sono orgoglioso meridionale. Io sono calabrese e credo sia un valore aggiunto, mai un difetto per cui perché non condividere questa cultura e questa visione del mondo

 

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