Sciame sismico Campi Flegrei, Francesca Bianco:”E’ il bradisismo. Questa crisi ha origini diverse rispetto a quella degli anni ’80”

Nuovo sciame sismico nei Campi Flegrei. Mercoledì pomeriggio si è registrato una scossa di terremoto di magnitudo 3.5. Tanta la paura tra gli abitanti dell’area, interessata dal bradisismo ma il sisma è stato avvertito in molti punti anche a Napoli. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con Francesca Bianco, direttore dell’Osservatorio Vesuviano.

Ida: buongiorno e benvenuta a bordo

Bianco: buongiorno a lei e a chi ci ascolta!

I: Dott.ssa Bianco, ci dobbiamo preoccupare?

B: questa è una bella domanda. Diciamo che in generale, bisogna avere la coscienza e la consapevolezza che i Campi Flegrei sono un vulcano attivo e che sono anche estremamente urbanizzato quindi il livello di attenzione rispetto alle problematiche vulcaniche deve essere sempre naturalmente alto. Perché ieri abbiamo registrato questa scossa? Beh, dalla fine del 2005 e inizio 2006 è in corso nell’area flegrea un fenomeno che è ben noto agli abitanti della zona da secoli che è il bradisismo. A partire da quella data il suolo si è sollevato nella zona di massimo sollevamento che è il Rione Terra di poco più di 90 cm. Naturalmente, tutte le volte che il suolo si solleva la crosta terrestre reagisce stressandosi, come diciamo in termini tecnici anche se può sembrare più un termine psicologico, accumula sforzo che poi rilascia purtroppo con fenomeni sismici. Ed è quello che è successo ieri. Il bradisismo si manifesta con il sollevamento che induce anche la motricità

I: quando parliamo di bradisismo, il pensiero va subito a quanto accaduto tra il 19983 e il 1984. Cosa è cambiato da allora?

B: la crisi che stiamo osservando ora, per quello che noi sappiamo in base ai dati e agli studi scientifici, sembrerebbe proprio che ha un’origine completamente diversa da quella dell’83/84. In quegli anni, i fenomeni furono estremamente più violenti rispetto a quelli che osserviamo ora e, attenzione,  il suolo si sollevò meno di due metri in un paio di anni. Ci furono terremoti di energia anche rilevante, molti terremoti di magnitudo superiore a 3, qualche terremoto anche uguale o superiore a 4, quindi stiamo parlando di una situazione completamente diversa per il fastidio dei fenomeni. Quella crisi degli anni ’80 aveva un coinvolgimento dei movimenti di magma che adesso non c’è. La crisi attuale è caratterizzata, soprattutto, da grandi movimenti di fluidi gassosi che arrivano da una sorgente magmatica che però è ferma, non si sta muovendo verso la superficie. Questa sorgente magmatica degassa in grande quantità per cui questi gas arrivano in gran quantità in superficie generando quello che osserviamo. Naturalmente è una spiegazione un po’ semplificata però grosso modo questo è il principio di funzionamento di questa crisi.

I: in base ai vostri studi, cosa potrebbe accadere nel breve termine?

B: il nostro strumento principale è dato dalla continua commistione tra l’attività di monitoraggio e di ricerca, la prima per fortuna ci fornisce dei dati di ottima qualità, di alta sensibilità, riconosciuti a livello mondiale come i dati più rilevanti acquisiti sui vulcani attivi che ci permettono anche di effettuare continuamente degli studi e delle ricerche che ci danno grandi spiegazioni di questi fenomeni. L’insieme di queste due cose per noi è lo strumento potente che abbiamo in questo momento per dare informazioni sulla crisi

I: come sta il Vesuvio?

B: il Vesuvio, in questo momento, si sta comportando molto bene dal punto di vista degli scenari della pericolosità, nessuno dei parametri che monitoriamo mostrano anomalie di alcun tipo

I: e questo ci rassicura. Grazie, intanto, di aver viaggiato con noi

B: grazie e buona giornata

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