Si vive solo due volte

Fra geishe, fiumi di sakè e misteriosi «castelli della morte», il romanzo che chiude la «trilogia della spectre» – e che rivela un James Bond più umano che mai.

«In Occidente, quando si tratta di segreti, chiudete tutte le porte e le finestre. In Giappone le spalanchiamo, per essere sicuri che nessuno ascolti dietro le pareti sottili. E ciò di cui sto per parlarti è una questione della massima segretezza. Il sakè è abbastanza caldo? Hai le tue sigarette preferite? Allora ascolta quello che ho da dirti, e giura che non ne farai parola con nessuno».
Su James Bond, ormai, si direbbe calato il sipario: non è più neanche l’ombra dell’agente «duro e audace» – il migliore fra quelli al servizio di Sua Maestà – al centro di tanti romanzi. L’assassinio di Tracy – per mano del capo della spectre, Ernst Stavro Blofeld – poche ore dopo il loro matrimonio lo ha reso fragile, incapace di portare a termine perfino il più semplice degli incarichi. Quella che M gli prospetta ha dunque tutta l’aria di un’ultima chance: una «missione impossibile» nella terra del Sol Levante da cui dipendono tanto le sorti della Guerra Fredda quanto il suo futuro di spia. Spogliato per la prima volta del suo nome in codice – 007 –, per avere successo in quest’«operazione sul filo del rasoio» James Bond dovrà non solo calarsi in una cultura millenaria così estranea alla sua, ma appropriarsene fino a «mutare pelle»; e dovrà essere pronto, per ripagare l’on contratto con Tigre Tanaka, capo dei servizi segreti nipponici, a fare quello che nessuno è stato finora in grado di fare: introdursi, ricorrendo alle arti segrete del ninjutsu, nel Castello della Morte e uccidere «il Drago» – il misterioso e diabolico dottor Shatterhand, che in un’antica fortezza sulla costa del Kyūshū ha allestito un terrificante giardino dei veleni, dove gente da tutto il Giappone accorre per darsi la morte. Ancora non sa, James Bond – di cui Fleming mette qui in luce come non mai umanità e debolezze –, che riuscire nell’impresa gli offrirà anche l’opportunità di placare la sua personale sete di vendetta.

Ian Lancaster Fleming nato da una famiglia aristocratica inglese (figlio di Valentine Fleming, deputato conservatore e ufficiale della Riserva, nipote di Robert Fleming, ricco banchiere scozzese), è il secondo di quattro fratelli. La madre, con l’obiettivo di infondergli maggior rettitudine morale, lo iscrive all’Accademia Militare di Sandhurst, dove Ian rimane per poco tempo: la sua voglia di indipendenza lo porta a non impegnarsi nella carriera militare. La madre, esasperata, nel 1928 lo manda in Austria, a Kitzbühel, dove, grazie a un ambiente meno opprimente, Ian si forma come individuo, appassionandosi allo sci e all’alpinismo, attività che ricorreranno sovente nei suoi racconti.
Giornalista e agente di borsa collabora, durante la seconda guerra mondiale, con i servizi segreti della marina. La sua fama è legata al personaggio di James Bond, agente 007, le cui storie d’avventura, di erotismo e violenza hanno avuto molta fortuna, anche in versioni cinematografiche. Tra i suoi titoli: Casino Royale (1953), Dalla Russia con amore (1957), Goldfinger (1959), Si vive solo due volte (1964). In Italia i suoi romanzi sono pubblicati da Adelphi.

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