“Giocare è una cosa seria” amava ripetere Bruno Munari, uno dei più grandi artisti che ha messo la sua creatività al servizio dei bambini. “Durante l’infanzia – scrive l’artista – siamo in quello stato che gli orientali definiscono Zen: la conoscenza della realtà che ci circonda avviene istintivamente mediante quelle attività che gli adulti chiamano gioco. Tutti i ricettori sensoriali sono aperti per ricevere dati: guardare, toccare, sentire i sapori, il caldo, il freddo, il peso e la leggerezza, il morbido e il duro, il ruvido e il liscio, i colori, le forme, le distanze, la luce, il buio, il suono e il silenzio… tutto è nuovo, tutto è da imparare e il gioco favorisce la memorizzazione.
Poi si diventa adulti, si entra nella ‘società’, uno alla volta si chiudono i ricettori sensoriali. Non impariamo quasi più niente, usiamo solo la ragione e la parola e ci domandiamo: quanto costa? A cosa serve? Quanto mi rende?”
Ed è questo lo spirito della Giornata mondiale del gioco che si celebra il 28 maggio. Partendo dall’art. 31 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, ogni bambino deve avere il tempo del riposo e il diritto di potersi dedicate ad attività ludiche. Ma come è cambiato il mondo dei giochi? Le tecnologie e l’IA quanto influenzano? A radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con Luca Boscardin, toy designer