Il canto di Messalina

Roma imperiale, I secolo dopo Cristo. In un clima violento e dissoluto, tra le lotte di potere che infestano i palazzi romani, sboccia un fiore dal nome maledetto: Messalina, la più leggiadra e desiderabile fanciulla di Roma. Appena diciassettenne viene sacrificata al potere: dovrà sposarsi, e per lei non c’è via di scampo, perché a comandarlo è l’imperatore di Roma in persona, Caligola. Essere moglie di un uomo scelto da altri è un’ingiustizia, una violenza al suo corpo e ai suoi desideri, perché Messalina desidera l’amore, e invece dovrà giacere con uno sconosciuto, un uomo di trent’anni più vecchio di lei, storpio e balbuziente: Claudio. Ma inaspettatamente di lì a poco si ritroverà imperatrice, e tra disperazione e odio implacabile il potere alimenterà i suoi propositi di rivalsa. Inizia così una vertiginosa discesa prima nella solitudine e poi più giù, verso la follia e, nell’immaginare feroci vendette, sfogherà il suo dolore nella perversione, in cerca di squallidi amori. Sarà infine proprio l’amore tanto cercato, travolgente e nefasto, a illuderla di una scellerata felicità, e ad accrescere la sua brama di sangue e del delitto supremo: uccidere Claudio, suo marito, principe dell’Impero. In questo romanzo storico dalle tinte noir, attraverso lo studio rigoroso delle fonti letterarie e archeologiche, l’autrice fa rivivere i personaggi e gli ambienti della Roma imperiale, restituendoci la vicenda umana di una donna controversa della Storia romana, una figura dal fascino oscuro che si staglia sullo sfondo delle grandi vicende dell’Impero. L’ascesa al trono, gli intrighi di corte, la spietata scalata al potere che anima il cuore marcio di Roma: e al centro degli eventi il canto di una donna dal nome famoso di duemila anni fa, che è anche il grido muto di tante donne infelici e disperatamente ribelli, senza nome e di tutti i tempi.

Antonella Prenner insegna Letteratura latina all’Università degli Studi di Napoli Federico II. È autrice di importanti studi sulla letteratura antica e dei romanzi Tenebre e Caesar.

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