Per vent’anni Elin è stata un impeccabile medico di base, la madre di due figli, che hanno ormai lasciato il nido, e la devota moglie di Aksel. Una famiglia perfetta in un quartiere perfetto. Fino a che gli amici, i viaggi, le cene, il sesso sono scomparsi, per suo marito esiste solo lo sci di fondo e lei si ritrova in casa da sola in compagnia di bicchieri di vino sempre più grandi. Ma prima di Aksel c’è stato Bjørn che improvvisamente, tramite Facebook, irrompe di nuovo nella sua vita, mettendola letteralmente sottosopra. Elin, infatti, adesso vive nel suo studio medico su una scomodissima poltrona-letto Ikea per nascondersi da Aksel tanto quanto da Bjørn, e l’unico uomo che la capisce – o almeno quello che ne resta – sembra essere Tore, lo scheletro di plastica appeso nell’ambulatorio. Il tempo in cui riusciva a tenere separata la vita privata da quella professionale è ormai un lontano ricordo: che senso ha fingere, mantenere la facciata, quando tutto sta crollando? A volte troppa consapevolezza è una maledizione e l’unico modo per sopravvivere è fare finta di niente; ma che succede quando si ha la tendenza a dire sempre di sì? Con grande ironia e una prosa tagliente e spietata, Nina Lykke ritrae la società in cui viviamo e tutte le nostre inquietudini e nevrosi, anche quelle che non osiamo confessare nemmeno a noi stessi. Impossibile non riconoscersi nei suoi personaggi.
Nina Lykke è nata nel 1965 a Trondheim, Norvegia, è cresciuta a Oslo. Prima di diventare una pluripremiata romanziera, ha lavorato come graphic designer. Nel 2019 è stata insignita del Brage Prize e nominata al Booksellers’ Prize per Il giorno in cui smetterò di dire sì, uno dei libri più discussi dell’anno, in cima alle classifiche per mesi e in corso di traduzione in 17 Paesi.