Giugno 1915: cinque fuggiaschi si allontanano nella notte dalle rovine del loro paese nella valle di Mush. Appena sconfitti nel Caucaso, i turchi della terza armata hanno sfogato la loro frustrazione nella valle, sterminato abitanti, saccheggiato case, distruggendo le millenarie tradizioni del popolo armeno. Tre donne, un uomo e un bambino, una piccola compagnia riunitasi per caso fra le macerie, sono gli unici sopravvissuti del loro villaggio. Hanno perso tutto eppure, fortunosamente, riescono a recuperare un tesoro di inestimabile valore: l’antichissimo Libro di Mush. Il Libro diventerà il talismano del loro viaggio, il segno tangibile che devono restare uniti per preservare a ogni costo, insieme, la storia del popolo armeno. Tenendo in vita le tracce del passato a cui il prezioso omiliario del XIII secolo appartiene, accenderanno una luce di speranza sul futuro della loro gente. Perché per chi è costretto a rinunciare alla propria identità, conservare la memoria, quella autentica e condivisa, significa farsi testimonianza della storia e scrivere le premesse di un destino migliore.
Antonia Arslan, padovana di origine armena, ha insegnato Letteratura Italiana all’università. Per Rizzoli ha pubblicato La Masseria delle allodole (2004), tradotto in venti lingue e diventato un film dei fratelli Taviani, La strada di Smirne (2009), Il rumore delle perle di legno (2015) e Lettera a una ragazza in Turchia (2016).