Nella Ferrara ebraica, tra nebbia e segreti spaventosi, Girolamo Svampa è alle prese con un vero e proprio enigma. Tanto sconcertante da mettere a dura prova la sua formidabile razionalità.
Anno Domini 1626. Uno spirito malvagio si aggira per l’ex capitale estense. Molti lo credono il malach ah-mavet, l’angelo della morte. Di sicuro è un assassino spietato, che profana i corpi delle vittime per compiere un rituale arcano. L’incarico di fermarlo è affidato all’inquisitore Girolamo Svampa, che il Sant’Uffizio, stanco della sua condotta ribelle, vuole allontanare da Roma. Giunto in città, il frate domenicano dovrà far luce su un mistero reso ancora piú oscuro dagli apparenti legami con la qabbalah. Intanto, l’autore dei delitti continua a nascondersi nelle vie anguste del ghetto, autentico «serraglio» in cui è stata rinchiusa una comunità di millecinquecento persone tra sefarditi, aschenaziti e italkim. Ma non saranno solo gli omicidi a tenere occupato lo Svampa. Perché nella vicenda si inserirà anche Margherita Basile, ammaliante donna d’intrigo della corte papalina, e il suo intervento risulterà quanto mai decisivo.
«Posata la lanterna, Solomon Cordovero s’inginocchiò davanti all’albero, affondò le dita nella terra e iniziò a scavare. Il pozzo delle anime, lo chiamava Ramak. Cordovero avrebbe dovuto aprire il pozzo delle anime e immergersi nelle sue acque piú profonde. Abbandonarsi allo yihud e diventare un tutt’uno col respiro divino che attraversava il mondo dei vivi e quello dei defunti. Cosí pensava, diviso tra l’estasi mistica e il fetore della terra che gli saliva alle narici, quando, all’improvviso, la piú crudele delle carezze gli corse lungo la schiena. Non un lamento gli uscí dalla bocca. Solo l’esclamazione atterrita di chi viene sopraffatto dall’inconoscibile. Perché prima del dolore, prima che le sue vertebre venissero snudate come semi di un frutto maturo, aveva avvertito la presenza del malach ah-mavet. L’angelo della morte».
Marcello Simoni (Comacchio, 1975) è stato archeologo e bibliotecario. Con Il mercante di libri maledetti (2011), il suo romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. Un successo confermato da La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai confini del mondo, L’isola dei monaci senza nome, La cattedrale dei morti, L’abbazia dei cento peccati, L’abbazia dei cento delitti, L’abbazia dei cento inganni, L’eredità dell’abate nero, Il patto dell’abate nero, L’enigma dell’abate nero, Il lupo nell’abbazia, La dama delle lagune e Il castello dei falchi neri. Per Einaudi ha pubblicato Il marchio dell’inquisitore (2016 e 2018), dove compare per la prima volta il personaggio di Girolamo Svampa, Il monastero delle ombre perdute (2018 e 2019) e La prigione della monaca senza volto (2019 e 2020). Per Einaudi, oltre al saggio Angeli e diavoli. L’obbedienza e la ribellione (2021), ha pubblicato anche Il marchio dell’inquisitore (2016 e 2018), Il monastero delle ombre perdute (2018 e 2019), La prigione della monaca senza volto (2019 e 2020), Il pozzo delle anime (2023), che hanno come protagonista l’inquisitore Girolamo Svampa, e La selva degli impiccati (2020 e 2023). È tradotto in venti Paesi.