È da sempre estremamente vivace l’interesse di scienziati, storici e ricercatori per la figura di Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero. Oggi, una nuova ricerca dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” porta alla luce affascinanti scoperte riguardanti le sperimentazioni sui materiali, in particolar modo la creazione di pietre preziose artificiali, condotte dal principe nel corso del Settecento.
Tra le innumerevoli sperimentazioni, Raimondo di Sangro è noto per essersi dedicato alla produzione di pietre preziose artificiali e alla colorazione del vetro. Per i colori in generale nutriva una particolare attenzione.
Le analisi per la prima volta confermano che il Principe di Sansevero riuscì a creare il blu oltremare artificiale utilizzato per la cornice intorno all’altorilievo soprastante l’altare maggiore (Altare maggiore, Francesco Celebrano e Paolo Persico, anni ’60 del XVIII sec.).
Ad oggi, questo sembra essere il primo esempio mai registrato della produzione di questo pigmento artificiale.
La scoperta del principe sarebbe avvenuta più di cinquant’anni prima di Jean-Baptiste Guimet, il chimico francese che nel 1828 riuscì per la prima volta, ufficialmente, a sintetizzare l’oltremare, il costosissimo pigmento blu ottenuto in natura dal lapislazzuli. E più di dieci anni prima del resoconto siciliano di Goethe, ritenuto dagli specialisti il più antico indizio della produzione artificiale di tale pigmento.
Nel laboratorio sotterraneo di Raimondo di Sangro, attorno al quale aleggiavano numerose leggende, si era quindi già trovata, e da molto tempo, la ricetta per riprodurre quel colore prezioso come l’oro. A Radio Kidd Kiss Italia ne abbiamo parlato con il Prof. Francesco Paolo De Ceglia dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro