Rocco Hunt a KKI: “Un po’ di cazzimma e un ritorno alle origini”

Rocco Hunt è stato ospite ai microfoni di Pausa Pranzo con Sara Lotta per parlare di “Ragazzo di giù” il suo ultimo album, uscito il 25 aprile.
“Non è uscito in un giorno a caso. Questo lavoro è stato anche la mia liberazione dopo 4 anni dall’ultimo disco. Un resoconto su trent’anni di vita, di passione per la musica che mi ha fatto andare avanti negli anni. Questa è la mia identità musicale, un ritorno alle radici, ma senza dimenticare l’evoluzione” dice subito Rocco.

Continua “ci ho messo dentro un forte sentimento di nostalgia, non solo il mio, ma di tutto quelli costretti ad andare via dal Sud”.

Alla domanda “questo è tutto quello che volevi?” l’artista salernitano risponde:
“Sí lo è. Perché c’è l’ambizione quando vieni da contesti difficili, urbani, periferici. Un po’ ti guardi indietro e fai delle riflessioni, dei discorsi introspettivi. Ho raccontato anche sentimenti diversi rispetto ai lavori procedenti”.

A questo punto Sarà gli chiede: “Fai musica da oltre 15 anni, e hai fatto una bella rivoluzione. Pensiamo alla canzone di Sanremo dove vincesti nelle nuove proposte con “Nu juorno buono” con un titolo in napoletano.”
Rocco Hunt risponde: “Per noi il napoletano è una lingua, è quella con cui penso, vivo, sogno. Dodici anni fa non c’era l’accoglienza e l’apertura mentale di oggi a cui si è arrivati grazie alla cultura, anche alle serie TV.”
A proposito della collaborazione con Irama presente nell’ultimo album nella canzone ” Cchiù bene ‘e me” Rocco commenta il napoletano di Irama: “mi aspettavo di peggio, abbiamo molto riso su questa cosa, ma lui ha una grande passione per la nostra musica ed è stato disponibile e veloce ad imparare.”

Tanti temi nell’album, c’è anche spazio per i sentimenti, gli amori difficili e storie di donne combattive come in in “Bonafortuna”. In merito poi al ruolo della musica rap nell’educazione dei giovani l’artista dice: “Prima di cercare responsabilità nella musica, Io credo che bisogna pensare all’educazione dei nostri figli, ai valori che trasmettiamo anche attraverso il sistema scolastico. Io ho scritto questa canzone in merito alle donne che combattono e portano il mondo sulle spalle nonostante vivano queste relazioni tossiche che a volte possono portare anche a cose più gravi. Bisogna proseguire per la propria strada, trovare il coraggio perché “d’ amor non s’ more”‘.

Venendo al tour che lo aspetta, si parte il 20 giugno con la data zero a Campobasso e dopo varie città italiane arriverà la chiusura un bellezza 11 settembre alla reggia di Caserta, un posto di grande valore culturale per Rocco.

Qui il link per riascoltare l’intervista completa:

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