Socrate, Agata e il futuro

La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l’aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. «Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. L’autore invita a «indossare con eleganza la propria età». Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili.

Beppe Severgnini è un noto giornalista, scrittore e opinionista italiano. Editorialista del Corriere della Sera dal 1995, ha diretto il settimanale 7 e ricoperto il ruolo di vicedirettore del quotidiano. Ha fondato il blog Italians e ha creato il podcast RadioItalians. Severgnini è stato corrispondente per testate internazionali come The Economist (1996-2003) e opinionista per il New York Times (2013-2021).
La sua carriera giornalistica inizia nel 1981, quando viene reclutato da Indro Montanelli per Il Giornale, diventandone corrispondente da Londra e successivamente inviato in Europa dell’Est, Cina e Stati Uniti. Dopo l’esperienza a La Voce, approda al Corriere della Sera, dove continua a distinguersi per le sue analisi e rubriche che affrontano temi di attualità, cultura e costume.
Severgnini è anche un prolifico autore. Tra i suoi libri di maggior successo si annoverano Ciao, America (2002), bestseller negli Stati Uniti, e La testa degli italiani (2005), tradotto in 15 lingue. Ha esplorato temi che spaziano dall’identità italiana (Italiani si diventa, 1998; Neoitaliani, 2020) alla scrittura (L’italiano. Lezioni semiserie, 2007), ai viaggi (Signori si cambia, 2015). La sua passione per il calcio lo ha portato a dedicare numerosi volumi all’Inter, tra cui Interismi (2002) e Inter. Il nuovo secolo. 25 anni di epopea neroazzurra (2024). Nel 2025 ha pubblicato Socrate, Agata e il futuro. L’arte di invecchiare con filosofia per Rizzoli.
Noto volto televisivo, ha condotto programmi come L’erba dei vicini su Rai 3 e collaborato a Otto e mezzo su LA7. Ha inoltre scritto e interpretato spettacoli teatrali ispirati ai suoi libri, come La vita è un viaggio e Una stranissima primavera.
Severgnini è stato insignito di numerosi premi e onorificenze, tra cui il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico (2001) e di Commendatore della Repubblica Italiana (2011).

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