UN ANNO FA IL PRIMO LOCKDOWN, MARIANGELA PIRA:” ECONOMIA FERMA MA SIAMO IN BUONE MANI”

 

A pochi giorni dal primo lockdown, l’Italia comincia a fare un po’ di conti. Che, purtroppo, non tornano. Calo drastico del Pil, debito pubblico, aziende in affanno, famiglie preoccupate e paura di perdere il lavoro caratterizzano il Paese. Ma com’è la situazione e dove andremo nei prossimi mesi?
A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con Mariangela Pira, esperta di economia di Skytg24

Ida: buongiorno Mariangela

Pira: buongiorno a voi

I: nel 2020 il reddito degli italiani è sceso di parecchio così come il reddito delle imprese. Insomma una situazione abbastanza complessa

P: molto complessa, dici bene. L’unica cosa che possiamo dire da un anno a questa parte facendo un bilancio è una cosa ovvia a tutti: l’economia si è fermata rispetto agli anni passati. Già non stava volando, già non stava facendo benissimo. Quest’anno, se guardiamo i vari settori, soprattutto i servizi, il turismo, i viaggi ma anche la cultura, l’arte, gli spettacoli in cui si registra il -97% rispetto all’anno scorso, vediamo che c’è stato uno stop. Il debito sta crescendo perché continuiamo a chiedere soldi in prestito perché al momento possiamo fare solo questo. Bisogna sperare che ci sia una ripartenza e che si crei prodotto interno lordo

I: l’Italia si porta dietro problemi strutturali che sono venuti a galla e per i quali ora stiamo pagando ma gli altri Paesi europei come sono messi?

P: in questo momento la palla è al centro per tutti nel senso che tra poco tutti consegneranno il loro piano, il Next Generation Eu, quindi vedremo quali sono i piani validi e quali no. Tutti i Paesi non sono messi bene, chi sta producendo Pil in questo momento? Siamo tutti sulla stessa barca. Anche la Francia è stata colpita sui servizi così la Spagna, tutti quei paesi che puntano tanto su cultura e turismo sono stati colpiti. Ci sono anche quelli che puntano sulla manifattura. La Germania si sta riprendendo sul fronte delle esportazioni in Asia perché vende tantissimo ai cinesi però la Germania stessa non può produrre più di tanto perché molta della produzione sai da dove arriva? Da noi! Tanto per fare un esempio, una macchina tedesca ha ventimila componenti, di questi la gran parte arrivano dal Nord Italia. Se l’Italia non si riprende ci sono problemi anche per la Germania che questa cosa l’ha capita. Il patto di stabilità è saltato anche per l’appoggio della Merkel altrimenti non sarebbe saltato.

I: ma i progetti del Recovery Plan sono pronti?

P: dobbiamo fare affidamento su Draghi che ha detto che utilizzerà parte di questo piano già designato in precedenza. Probabilmente farà delle cose diverse nel declinarlo quindi ha selezionato dei ministri che prima non c’erano come quello della transizione ecologica, turismo. La maggior parte di questi quattrini andrà alla transizione ecologica e alla tecnologia, dobbiamo risvegliare questo Paese quindi ci sono persone tecniche molto competenti nei ministeri che sono stati messi a capo di ciò. E poi, la Commissione Europea renerà pubblici i progetti cioè io e te potremo andare a vedere sul sito quali sono i progetti finanziati e come stanno procedendo. Questo è importante anche alla luce della trasparenza sperando che non vadano a finire nelle solite cadreghe politiche e che qualcuno stia monitorando questi progetti. Vedremo come andrà a finire però è ancora molto presto per parlarne. Non sappiamo quali saranno

I: intanto ci sono difficoltà correnti per le famiglie, per chi è in cassa integrazione, per il settore dello spettacolo. Il governo sta pensando ad ulteriori ristori.

P: da quello che sappiamo in base alle ultime notizie, da una parte il governo è pronto a cancellare circa 60 milioni di cartelle fino a cinquemila euro. Questo potrebbe portare un po’ di ossigeno a quelle imprese che non hanno potuto pagare le tasse. Il blocco dei licenziamenti andrà verso una proroga fino a giugno e anche questo è importante. E attenzione, questo vuol dire che si sta rimandando ancora una volta il problema, significa che quando tutto questo finirà cosa accadrà alle banche? Cosa accadrà alle imprese? Non lo sappiamo ancora ma potrebbe essere prolungato fino a quando la situazione non si sarà normalizzata e almeno le aziende ricominceranno a fatturare. Rimandare, in questo momento, è meglio di niente perché non si può fare altro. Questa crisi sta mettendo in ginocchio tutti non solo noi. Più di questo non si può fare. Una cosa importante è che al Ministero dell’economia abbiamo una persona davvero molto competente quindi non siamo in brutte mani in questo momento

 

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