14/1, stop plastica monouso. Alessi (WWF): “Solo in Italia esenzione per plastica biodegradabile e compostabile”

L’Italia aggiunge da oggi un altro tassello alla rivoluzione verde applicando la normativa europea sullo stop alla plastica monouso, non compostabile e non biodegradabile fino a esaurimento scorte. Anche il nostro Paese fa propria la Direttiva Ue “Sup” (Single Use Plastic) del 2019, il cui obiettivo è quello di ridurre l’impatto della plastica sull’ambiente, soprattutto su mari e oceani. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con Eva Alessi, responsabile deiConsumi sostenibili e risorse naturali del WWF.

Ida: Buongiorno Eva

Alessi: buongiorno a tutti voi

I: Cosa succede, dunque, da oggi?

A: è vietato l’uso di oggetti come piatti, posate, cannucce, agitatori per bevande, le aste dei palloncini, i contenitori per cibi e bevande in polistirolo espanso e tutti i loro tappi. Oltre a questi divieti di immissione sul mercato, ci sono anche delle norme per la riduzione del consumo di tazze e bicchieri. Questi ultimi sono una novità italiana in quanto non erano inseriti nella Direttiva europea, anche qui inclusi i loro tappi e coperti. E poi abbiamo i contenitori con o senza coperchio degli alimenti da consumare sul posto oppure da asporto direttamente dal contenitore senza bisogno di ulteriore preparazione ovvero tutti quei contenitori per le insalate pronte, per esempio, che si mangiano in ufficio o per i cibi da fast food. E poi sono presenti anche degli incentivi per le bottiglie come quelle per l’acqua sia per la raccolta differenziata sia per l’utilizzo di materiale riciclato nella loro produzione del 25% entro il 2025e del 30% entro il 2030. Quindi mi sembra una buona cosa. Teniamo presente che l’Italia ha chiesto una deroga, un elemento di novità rispetto al testo europeo ossia l’esenzione per gli articoli in plastica biodegradabile e compostabile. Questa è una novità tutta italiana. Questi oggetti potranno ancora essere presenti sul mercato. Oltre a questo, abbiamo chiesto un’altra novità che riguarda tutti quei prodotti che sono dotati di un rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10%. Questo significa che piatti e bicchieri per esempio in carta rivestiti con un film di plastica. Queste sono le novità nostre rispetto al resto dell’Europa.

I: chiaramente si tratta i cambiamenti che riguardano lo stile di vita ma c’è chi è preoccupato per le ripercussioni economiche sul settore della produzione di questi oggetti con relativo rischio dei posti di lavoro. Sono previsti incentivi per la conversione delle produzioni?

A: Sì, ma lo sapevamo da due anni che si sarebbe arrivati a questo quindi abbiamo avuto anche modo di pensarci. Sono previsti fondi per la riconversione verso diversi tipi di oggetti e magari anche stimolando innovazioni verso soluzioni alternative, riutilizzabili. L’Europa vuole andare verso il riutilizzabile. Noi abbiamo chiesto questa deroga rispetto ai materiali compostabili però l’obiettivo è quello di eliminare i prodotti più pesanti per l’ambiente. In realtà è condivisibile, pur avendo chiesto la deroga, non dobbiamo pensare di sostituire tutto ciò che era in plastica tradizionale in bioplastica. Laddove possibile, anche noi cittadini dobbiamo cercare di limitarne il consumo. Anche se usiamo bioplastica o carta dobbiamo riciclarli correttamente in modo da dargli un corretto fine vita. Considerato che questi nuovi prodotti hanno un costo superiore, l’idea è quella di usarli solo quando serve. Sono degli oggetti  “preziosi”  che hanno un loro impatto, una loro filiera anche molto complessa e quindi hanno un loro costo. Dobbiamo avviarli correttamente al compostaggio senza fare errori tra bioplastiche e plastiche anche per non inficiare il riciclo delle plastiche tradizionali.

I: un ascoltatore ci chiede come si fa a riciclare

A: bisogna imparare a leggere correttamente le etichette degli oggetti che andiamo a riciclare, guardando se si tratta di bioplastiche. In questo caso c’è quasi sempre scritto compostabile anche in altre lingue e quelle vanno conferite con i rifiuti organici, quindi con gli scarti della cucina. Tutto il resto ovvero le plastiche tradizionali rientrano nella raccolta differenziata della plastica. La cosa importante è non sbagliarsi su questi due punti perché hanno due vie del fine vita completamente diverse. Teniamo presente che abbiamo iniziato adesso, dobbiamo prenderci un po’ la mano, imparare a riconoscerli. Anche al tatto sono diversi. Lo  abbiamo già fatto negli anni con la busta della spesa, quindi diventeremo bravi.

I: Eva Alessi, grazie di aver viaggiato a bordo del Treno delle 8

A: grazie a voi!

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