ChatGpt, Antonio Pescapè: “Elon Musk vuole fermare l’Intelligenza Artificiale? Il suo appello mi lascia perplesso.”

L’Intelligenza artificiale è ormai tra noi. I colossi tecnologici fanno a gara per sviluppare programmi che potrebbero sostituirsi all’uomo soprattutto in alcuni settori. Se è vero che il futuro sarà affidato all’IA, c’è chi ha lanciato un allarme sui rischi per l’umanità. A promuovere un vero e proprio appello è Elon Musk. Il magnate americano, insieme a mille tra ingegneri e esperti delle big tech, ha pubblicato una lettera in cui chiede sei mesi di proroga nello studio delle ChatGpt. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con il Prof. Antonio Pescapè, docente Ordinario di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni all’Università di Napoli Federico II

Ida: Professore Pescapè, buongiorno! Si parla tanto di ChatGpt4 e a breve arriverà anche la 5. Vogliamo spiegare ai nostri radioascoltatori di cosa si tratta?

Pescapè: si tratta di un sistema di intelligenza artificiale capace di creare contenuti. È un sistema che si basa su un’enorme mole di dati disponibili su rete, almeno fino al 2021, che su richiesta di un utente, attraverso un browser, crea una risposta e contenuti in tempo reale. È in grado di scrivere canzoni, un programma informatico, è a tutti gli effetti un creatore di contenuti.

I: questo passo indietro di Elon Musk e di diversi creatori sembra quasi contradditorio, ma ci sono effettivamente dei rischi per l’umanità?

P: il tema dei rischi è un tema ben variegato. L’IA deve mettere l’uomo al centro, deve avere delle caratteristiche etiche e delle proprietà che in Europa sono già state definite come la trasparenza, l’affidabilità, la responsabilità, la neutralità. I rischi ci sono e sono enormi, in qualche modo però bisognerà governarli altrimenti saranno loro a governare noi. L’appello invece mi ha lasciato perplesso. Elon Mask, promotore dell’appello è lo stesso investitore di questo progetto da milioni di dollari. Mi sembra di capire che più che fermare l’IA si voglia fermarne la commercializzazione di ChatGpt 4.

I: quindi più che un discorso di etica è un discorso di marketing? Soprattutto in vista dei mercati…

P: esattamente. Quando Microsoft ha annunciato l’ingresso di ChatGpt qualche mese fa, Google ha immediatamente provato a stargli dietro. Una querelle per dimostrare il migliore, in quel caso ChatGpt. In quelle ore le borse hanno bruciato miliardi di dollari, quindi sicuramente si parla di impatto economico. Questi sistemi in realtà sono stati creati non tanto per migliorare la nostra vita ma piuttosto per migliorare, aumentare il profitto di pochi.

I: Professore Pescapè, tornando all’etica, le ChatGpt utilizzano un algoritmo per realizzare ciò che l’essere umano richiede. Si riescono a rispettare le tre leggi della robotica?

P: in primis la macchina non deve far male l’uomo. Quando Asimov formulò le tre regole eravamo ben lontani da determinate realtà come ad esempio un’autovettura a guida autonoma che potrebbe ritrovarsi a dover decidere tra due realtà entrambe incongruenti come avere i freni guasti e dover o sterzare per evitare pedoni o tirare dritto e causare feriti. Ovviamente di chi sono? Di chi ha creato il sistema, l’assicurazione, lo Stato in cui avviene il disguido? Il tema etico è un tema che va affrontato non solo da ingegneri come me, dal mercato che ragiona con altri criteri o altri Stati con impostazioni particolari. Il sistema geopolitico vede il blocco occidentale da un lato con gli Stati Uniti e il blocco russo cinese. Fermando lo studio dell’IA si permette comunque a russi e cinesi di continuare a sviluppare le proprie tecnologie. Non si possono prendere queste decisioni senza dare un peso alle situazioni globali e geopolitiche. L’appello mi ha lasciato molto perplesso

I: ci serviva questo punto di vista da parte di un esperto, la ringraziamo per essere stato con noi, buona giornata!

P: grazie mille a voi e buona giornata a tutti!

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