Giuliana de Sio a KKI: ” Felice per le risate del pubblico, sono una liberazione dall’angoscia di questi mesi”

Dopo la chiusura a causa della pandemia, finalmente i teatri hanno riaperto le sale al pubblico. Tra gli spettacoli in programma in questo periodo c’è   “Le Signorine”, una divertente commedia che sfrutta la comicità celata dietro un tragico quotidiano. Una grandissima prova per due straordinarie protagoniste, Isa Danieli e Giuliana De Sio. Rosaria e Addolorata, le due sorelle protagoniste, ci fanno divertire e commuovere raccontando con grande ironia, gioia e dolori della vita familiare. A Radio Kiss Kiss Italia, ne abbiamo parlato con Giuliana De Sio

Alfonso: si apre il sipario, torna a vivere il palcoscenico. Sei felice ? 

De Sio: sì, sono felice perché torniamo a riempire i teatri e questo covid ci fa un baffo. Siamo felici e contenti perché le risate del pubblico sono come una liberazione dall’angoscia che ci ha attanagliato in questi mesi. Mi sento utile oltre a divertirmi, e torno con la cosa giusta, che stava già funzionando bene prima del Covid ed è stata interrotta proprio dal Covid. Io stesso sono stata colpita dal Covid, così come quasi tutta la compagnia che era nei pressi di Codogno proprio il 20 Febbraio del 2020. Sono passata dai bagni di folla, all’isolamento allo Spallanzani ma adesso siamo tornati. Io sono tornata una ragazzina felice e un’attrice, questo faccio nella vita e sul palcoscenico.

A: le “Signorine ” è il titolo dello spettacolo che porterete a Napoli al teatro Acacia da Giovedì 24 a Domenica 27 Febbraio. Come nascono queste ” Signorine”? 

DS: l’idea è la mia, ho scovato questo testo scritto da Gianni Clementi di diversi anni fa e mi ha colpito perché mi ha fatto ridere con le lacrime. Mentre lo leggevo, ho riso ininterrottamente per tutto il tempo e dato che è una cosa che mi capita di rado, ho pensato che stesse succedendo qualcosa. Ho riso anche se i protagonisti erano disperati e disgraziatissimi, e allora ho pensato di modificare leggermente il testo e di aggiungere anche la parte drammatica da unire alla parte comica, e abbiamo fatto bingo. In scena ci sono solo due persone, ma se funzionano bene, con un bel testo e con una regia intelligente, quella di Pierpaolo Sepe, allora il successo è garantito.

A: lo spettacolo tragicomico racconta delle gioie e dei dolori di una famiglia, spaccato di vita familiare di due sorelle. Quanto c’è anche del tuo rapporto con tua sorella, Teresa?

DS: sono due sorelle disfunzionali tra di loro, affette da poliomielite perché non vaccinate quindi c’è anche tema del vaccino; una sorella è avara oltreché rancorosa nei confronti dei genitori, l’altra è una sognatrice romantica. C’è la vessazione di un personaggio sull’altro, quindi non mi rivedo nel rapporto con mia sorella. Io non sono una vittima e non lo sarò mai, o lo sono stata ma solo per brevi periodi.

A: nella vita c’è qualcosa o qualcuno che ti fa ridere?

DS: è più facile ridere che sorridere. Sorridere non so a quale sentimento corrisponde, forse alla tenerezza. Rido con i miei amici, anche si ride sempre più raramente, rido al cinema con attori comici.

A: a proposito di cinema, tutti invidiano lo spessore delle persone con cui hai collaborato. Tra questi, c’è Massimo Troisi. Che ricordi hai di Massimo?

DS: non sono una persona che conserva, ma per fortuna c’è qualcuno che conserva immagini per me. Proprio ieri ho postato un’immagine che qualcuno mi ha mandato, di me e Massimo nel ” famoso letto “, era un fuori set di ” Scusate il ritardo ” ed immagino che stavamo chiacchierando. Quel giorno è rimasto nella storia, ma non pensavamo che stavamo girando un qualcosa che sarebbe entrato nell’imaginario collettivo. Tutti parlano di Massimo, un uomo intelligente perché non retorico, anzi era un antiretorico per eccellenza. Tutto quello che diceva o faceva era a sfregio di ogni forma di retorica. Faceva le cose con grazia, ecco un termine che gli si addice è proprio ” grazia ” ma anche ” disgrazia” rappresentata dalla malattia. Era un uomo dolce e unico, l’unicità di Massimo Troisi che rappresenta uno dei più grandi comici del 900 nonostante abbia vissuto poco. Avrebbe fatto molto meglio ancora, perché si stava evolvendo, lui guardava avanti e voleva diventare un vero regista, scrittore e sceneggiatore, non che non lo fosse già, ma c’era qualcosa ancora di rozzo nei suoi primi film, già ” Il Postino ” era un film più adulto, più maturo dei precedenti. Anche se non era un assiduo lettore, Troisi aveva un inconscio colto.

A: segui il calcio e sei tifosa del Napoli?

DS: il calcio non occupa un posto importante del mio cuore, ma se qualcuno mi chiede chi deve vincere, io dico il Napoli.

A: torni a Napoli, cosa ti manca? qual è la prima cosa che farai non appena arrivata in città?

DS: mi manca il mare. Svegliarmi davanti al mare, vedere quello che gli occhi vogliono vedere per sentirmi nella luce che mi dà serenità. E poi sapere che la sera sono anche in scena a teatro.

A: ci vediamo al Teatro Acacia.

DS: venite tutti, vi aspetto. 

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