L’epica della corsa, l’epica delle sfide, l’epica delle battaglie politiche degli anni Settanta: un padre e un figlio a confronto sulle strade del mondo, per raccontarci di cosa sono fatti i sogni che ci tengono fra cielo e terra.
Non è facile avere un padre sedentario, distante, a volte ostile, raccolto in se stesso, un impiegato che sembra calamitare in sé i tratti di una provincia ottusa e democristiana. Eppure quello stesso padre, scampato a un cancro alla parotide, improvvisamente comincia a correre, e quando comincia sembra non smettere più. In città lo chiamano “quello che corre” e dalle imprese sulle strade marchigiane si avvia a diventare un protagonista della “marcialonga”, prima nazionale poi internazionale, della maratona, delle marce di resistenza. Diventa quello che il figlio, avviluppato nella sua giovinezza ribelle, non avrebbe mai sospettato: una leggenda, il terzo italiano per numero di gare effettuate. La piccola città lo irride, ma lui se ne frega. Lo troviamo di volta in volta in valli svizzere, austriache, pianure fiamminghe, villaggi olandesi, in Norvegia. Dopo tanta ostilità e indifferenza, il figlio va alla ricerca di un fantasma che riappare magico e immenso, più grande della vita, e lo fa percorrendo le vie che il padre ha battuto e quelle che, prima di consumare il suo tempo sulla terra, avrebbe voluto percorrere.
Angelo Ferracuti è reporter e scrittore. Ha collaborato con «Diario» e oggi con «il manifesto». Ha pubblicato, fra l’altro: Viaggi da Fermo (Laterza 2009), Il mondo in una regione (Ediesse 2009), Il costo della vita (Einaudi 2013), Andare, camminare, lavorare (Feltrinelli 2015), Addio (Chiarelettere 2016), Giovani leoni (Minimum fax 2017), La metà del cielo (Mondadori 2019).