Il tanto atteso sì del governo è arrivato. Il CdM ha dato parere favorevole all’aumento della capienza per cinema, teatri, stadi e discoteche. A sorpresa, la percentuale è del 100% tranne per gli impianti sportivi che si fermano al 75% , quelli al chiuso al 60% e le sale da ballo che, invece, passano dal 35 al 50%. Insomma cominciano le prove di una graduale normalità. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con il Prof. Fabrizio Pregliasco.
Ida: Prof. Pregliasco buongiorno! Finalmente cominciamo a tornare alla vita, o no?
P: io dico di sì. Con le disposizioni istituzionali e ministeriali, finora gli italiani sono stati protetti e per questo ci stanno facendo iniziare questa stagione invernale con valori per fortuna non elevati. Il virus però è ancora presente. Io credo che per questo inverno dobbiamo ancora immaginare un possibile colpo di coda del covid. Bisogna, quindi, procedere a gradini di ampliamento come per i settori che lei ha citato, questioni che ci riguardano tutti in termini di socialità. Facciamolo con buon senso. La decisione del governo è andata anche un po’ oltre le indicazioni del Cts
I: ve lo aspettavate?
P: non c’è un manuale di gestione della pandemia. I principi sono grossolani e semplicissimi, più contatti ci sono e più rischio c’è di infettarsi. Questo è, purtroppo, quanto ancora oggi dobbiamo considerare anche in termini di responsabilità. Con il buonsenso, è chiaro che possiamo allargarci nelle libertà proprio perché, è vero, le cose vanno meglio. C’è un equilibrio difficilissimo tra le esigenze di salute e, quindi, di ridurre questa quota di contatti e la voglia, la necessità di tornare a vivere. Per esempio c’è la necessità della scuola che deve essere in presenza. Tutto questo ci fa scontare dei potenziali rischi. L’importante è che ognuno di noi abbia ancora questa consapevolezza e così potremo attraversare un buon inverno. Non dobbiamo lasciarci indietro la malattia che rimarrà ancora però confinata in una problematica simile a quella dell’influenza annuale
I: dunque, questo virus da pandemico diventerà endemico?
P: esatto, perché dobbiamo considerare questa pandemia come una serie di onde di un sasso nello stagno. Le prime onde sono quelle più pesanti e che ci hanno colto anche di sorpresa, sono state terribili. Poi però dobbiamo immaginare le ondulazioni successive, sempre più graduali e ridotte in termini di dimensione. Prudenza per questo inverno, dunque, perché farà più freddo, ci saranno più sbalzi termici, staremo un po’ più in casa, si ritornerà a lavorare in presenza per cui ci saranno più occasioni di contatto. Nel breve ci saranno varie situazioni che aumentano il rischio e quindi dobbiamo immaginare il colpetto di coda, sia per il Covid che per l’influenza. L’anno scorso, grazie ai provvedimenti restrittivi piuttosto pesanti, non l’abbiamo vista. Quest’anno, con questa maggiore capacità diffusiva avremo anche questo mix. Anzi, lo stiamo già vedendo con forme che in questo momento ci spaventano un po’ perché subito si pensa al Covid. Abbiamo l’opportunità di fare la vaccinazione anti influenzale e il richiamo per i soggetti fragili e i più anziani per il Covid
I: la campagna vaccinale quanto è stata determinante?
P: è stata la svolta. Direi che si può vedere in termini macroscopici l’efficacia della vaccinazione perché riusciamo a vedere ospedali vuoti o semivuoti. Qualche morto purtroppo c’è, 40 morti non sono pochi e quindi dobbiamo essere consapevoli che questa malattia è in mezzo a noi. La vaccinazione ha fatto la differenza perché la stragrande maggioranza delle persone che sono ricoverate, guarda caso, non sono vaccinate. L’efficacia c’è, non è totale, non è una barriera al 100% ma è un elemento che ci deve far rasserenare soprattutto con gli effetti collaterali. Mi rendo conto che una quota di persone è spaventata, lo è sempre rispetto alla vaccinazione se non ha quella percezione di utilità come per i farmaci. Il vaccino è sempre per qualsiasi tipo di malattia è visto da qualcuno come un rischio eccessivo. E in più, questa comunicazione esagerata, molto divisiva ha fatto spaventare una quota eccessiva di persone e che non si è ancora vaccinata
I: Prof. Pregliasco, comunque, rispetto al passato finalmente possiamo chiacchierare in maniera più distesa. Intanto grazie per aver viaggiato a bodo del Treno delle 8.
P: sì, c’è sicuramente più luce. Grazie a voi!