Per Tommaso, che ha quasi ventun anni e rifugge le sfide della sua età, Positano è un riparo avvolgente e al tempo stesso un eterno rimpianto, una maledizione. Con le sue case dai colori pastello sbiaditi dal sole, è il luogo dove ogni estate lui e i genitori Viviana e Bruno trascorrono un mese intero, fatto di riti immodificabili eppure capaci di rivelare, di anno in anno, il tempo che passa. È il mare delle grandi aspettative e delle amicizie mai nate, quello dove, anche ora che Tommaso è diventato un uomo, non ha l’audacia per sfiorare Annarosa, per darle un ricordo dell’agosto vissuto insieme. È, infine, il luogo da cui trovare il coraggio di congedarsi: dopo dodici anni, la casa di nonna Tullia deve essere lasciata, liberata da oggetti e memorie, e loro non potranno più farvi ritorno. La stagione di Marco Raio è un esordio narrativo sorprendente per la sua capacità di rinnovare in noi la nostalgia di un paradiso eternamente perduto, quello della sospensione sul ciglio della giovinezza, sulla soglia di un’estate carica di promesse eppure pronta a ferirci a morte. Ed è singolare come, a più di sessant’anni dal capolavoro di La Capria, ancora una volta lo splendore malinconico della Costiera amalfitana sia la quinta ideale, vivissima e metafisica, scelta da un giovane scrittore per raccontarci una stagione della vita che non ritornerà. Leggere questo romanzo è come stare in piedi su una roccia a picco sull’acqua, scrutare a lungo il fondale e infine assecondare la gravità con un tuffo nel mare di ciò che ancora è possibile.
Marco Raio è nato a Napoli nel 1989. Si è laureato in Filosofia alla Federico II e ha studiato sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Editor e redattore freelance, lavora alla Libreria Ubik di Napoli. Ha pubblicato brevi saggi filosofici e il racconto “Sciame di case al buio” sulla rivista letteraria Fritz n. 02.