
Riccardo Cocciante a Made in Italy per raccontare oltre 50 anni di musica ma anche per dare due appuntamenti. Nel 2026 tornerà in Italia “Notre Dame de Paris” con un nuovo cast e il 22 settembre 2025 sarà di scena in Piazza del Plebiscito a Napoli con il concerto evento “Io… Riccardo Cocciante”.
COCCIANTE: È un live vero, dove ci sono strumenti e una band che suona veramente e dei musicisti eccezionali perché il concerto non lo fa solo il cantante, lo fanno anche i musicisti intorno, un’onda di amore che parte da tutti. Anche i piccoli errori nell’esecuzione sono previsti perché fatti dall’uomo e non da una macchina, e questo il concerto sarà così. Non sarà un’orchestra ma una band perché io nasco in una band.
40 album pubblicati in tre lingue, ospite d’eccezione della 70ª edizione dei Premi David di Donatello, ma le sue canzoni contano più di ogni altra cosa.
COCCIANTE: le canzoni non si devono fermare al cantante che le ha lanciate, devono avere una vita autonoma. Quindi sono riconoscente quando le mie vengono riproposte da altri, come nel caso della Pausini, Rino Gaetano ed altri, così una canzone risorge e succede che i giovani pensano che sia nuova. Io vorrei quasi sparire dietro le mie canzoni perché sono più importanti di me.
“Notre Dame de Paris”, un progetto che nessuno voleva produrre ma che raccoglie successi da 24 anni.
COCCIANTE: è stato difficile proporlo perché non era di moda, ma lo è stato anche con tutte le mie canzoni, non sono mai stato uno alla moda.
Io credo che le cose più belle nascono con difficoltà perché sono differenti da tutto il resto. Io amo la proposta diversa, aggressiva, che “urta” ma è quella che poi apre un ciclo.
Io penso che “Notre Dame de Paris” abbia vinto proprio per questo motivo, per la sua diversità, per il fatto di non assomigliare a niente ed essere unica.