8 Marzo, Flaminia Gennari: “Le donne nell’arte? Una presenza bassissima.”

Le donne nell’arte: In occasione dell’8 Marzo, giornata internazionale delle donne, abbiamo fatto un viaggio nei musei per riflettere sulla presenza femminile nel campo artistico. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato Flaminia Gennari Santori, direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini.

Sara: buon pomeriggio direttrice, com’è la pausa pranzo in un museo?

Gennari: buon pomeriggio a tutti, beh spesso non c’è neppure tempo di avere una vera pausa pranzo. Oggi per esempio allestiamo una mostra molto grande che inaugura il 17 marzo e apre il 18 marzo al pubblico quindi abbiamo opere che arrivano da tutto Italia ed Europa.

S: Direttrice, la invitiamo a fare sosta con noi! L’8 marzo è una giornata di diritti e conquiste ed abbiamo scelto di indagare meglio il rapporto che c’è tra donne e arte, un rapporto che oggi forse ci sembra normale, ma che in realtà non sempre è stato così se pensiamo ad un profilo come quello di Artemisia Gentileschi, pittrice seicentesca, prima donna ammessa alla scuola di disegno di Firenze. Com’è partita questa storia?

G: Artemisia era figlia di un artista importante, Orazio Gentileschi, che la educò nella sua bottega, dandole una formazione come per gli artisti uomini. Questo accadde anche in altre famiglie, si veda il caso della figlia di Tintoretto. L’arte era infatti un’impresa familiare a cui venivano avviate anche le donne, sebbene ci fosse il problema del riconoscimento. Artemisia fu la prima artista ad essere padrona di sé stessa, firmando le sue opere e fu tra le prime a ricevere , a Napoli, commissioni di lavori pubblici e non solo per privati. Una vicenda particolarmente cruciale della sua vita fu quella legata allo stupro che subì da parte di un amico di famiglia, Agostino Tassi. All’epoca si ricorreva al matrimonio riparatore per coprire lo scandalo di una violenza simile, ma il caso volle che il Tassi oltre ad essere stupratore fosse anche un uomo già sposato per cui il matrimonio non ci fu. Per recuperare l’onore Artemisia decise quindi di denunciare lo stupro e con il sostegno del padre andò a processo e lo vinse venendo tuttavia sottoposta a tortura per dimostrare di essere stata realmente stuprata. Dopo questa vicenda Artemisia si sposò e subito dopo si trasferì a Firenze e lì grazie a vari contatti entrò a lavorare per la corte della città. La sua vita procedette speditamente e Artemisia diventò anche una grande imprenditrice. Per la verità non fu l’unica; vi furono molte donne artiste come lei in Olanda, o in Italia, a Bologna soprattutto. Erano vite e scelte difficili a quel tempo però, certo bisogna valutare che non si trattò di casi singoli. Ho il timore che spesso quando si parli di questi esempi, si pensi che siano dei casi eccezionali mentre invece la forza delle donne non è un’eccezionalità. È la normalità.

S: venendo ai giorni nostri, com’è la situazione, qual è il rapporto tra donne e arte oggi?

G: oggi ci sono varie battaglie e campagne per avere più donne rappresentate nelle collezioni dei musei novecenteschi. Questo è un tema importante perché ci sono artiste bravissime ed importantissime che hanno il diritto di essere viste e di essere presenti nei musei molto più di tanti uomini.

S: volendo fare una percentuale quanta presenza di artiste c’è nei musei italiani ed internazionali?

G: una presenza bassissima che incontra il problema di riuscire realmente a reperire i materiali delle artiste femminili dal momento che sono molto ricercati. Questo a mio avviso non è una questione di quote rosa nell’arte, è piuttosto un modo molto più giusto di rappresentare il mondo dell’arte e la società.

S: grazie per essere stata con noi Direttrice, buon lavoro

G: grazie a tutti voi

 

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