L’11 febbraio si celebra la giornata internazionale delle donne nelle Stem (Discipline inerenti all’ambito della Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Tanti i pregiudizi di genere ancora da abbattere anche in questo ambito. A Radio Kiss Kiss Italia ne abbiamo parlato con Francesca Santoro, ingegnere biomedico pluripremiata.
Sara: Abbiamo scelto Pino Daniele per accogliere Francesca Santoro, ingegnere biomedico originaria di Napoli, che in questo momento si trova ad Aquisgrana. Benvenuta Francesca, come stai, che tempo c’è dalle tue parti?
Francesca Santoro: Ciao Sara, buongiorno a tutti, oggi c’è sorprendentemente il sole quindi direi che è una bellissima giornata!
S. : Dunque l’ 11 febbraio è la giornata internazionale delle donne nelle Stem voluta dall’Unesco dal 2015 per ricordare quanto siamo importante la battaglia per abbattere gli stereotipi di genere presenti in questo ambito. La tua storia è un grande esempio e vogliamo raccontarla. In questo momento sei professore di ingegneria elettronica, ricercatore all’Istituto italiano di tecnologia a Napoli; raccontaci del progetto a cui stai lavorando in questo momento.
F: In questo momento mi sto occupando, assieme al mio gruppo, di interfacce neuro-elettroniche. Stiamo sviluppando micro-dispositivi, microchip, come quelli contenuti nei laptop e negli smartphone, che possono essere d’aiuto nello studio delle cellule del cervello, i neuroni. Questi dispositivi da una parte sono prodotti in linea alle forme e alla composizione delle cellule umane, dall’altra cercando di riprodurre il modo di comportarsi dei neuroni stessi. L’obiettivo finale è quello di creare microchip efficienti che in futuro possano essere interfacciati con cellule neuronali che non funzionano più come dovrebbero come purtroppo nel caso di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer che hanno grande impatto nella nostra società.
S. : Questo ci fa capire quanto la scienza non sia qualcosa di lontano da noi e dalle nostre vite, ma fa parte della nostra quotidianità. Tu hai avuto tanto riconoscimenti, ad oggi rispetto a quando hai cominciato riscontri gli stessi pregiudizi di genere?
F: Io sono entrata a far parte del mondo accademico dieci anni fa quando la situazione in Italia era sicuramente migliore per le donne rispetto a 30 o 40 anni fa quando le Stem erano lontane dall’ecosistema femminile per retaggio culturale e perché le donne stesse pensavano che queste facoltà fossero troppo complicate per loro. Ad oggi posso dire che il mondo italiano ed europeo sta cambiando dal punto di vista accademico dove sempre più posizioni sono aperte alle donne e sempre più iniziative vengono prese per avvicinare le donne alle Stem.
S. : Cosa possiamo dire alle ragazze che vorrebbero iscriversi alle stem, come fare a portare avanti questo sogno?
F. : Il mio motto è quello di credere fortemente in questo sogno! Sembra banale ma tutto può essere approcciato soprattutto nelle materie scientifiche. Servono forza di volontà e resilienza; bisogna non abbattersi davanti alle difficoltà che le materie scientifiche possono presentare quotidianamente. Io ho fatto ingegneria provenendo dal liceo classico, ogni giorno era una disperazione ma pian piano ci sono riuscita.
S. : C’è stato un esame che proprio ti ha messo in difficoltà?
F. : Sicuramente Analisi matematica è l’esame che credo metta alla prova chiunque!
S. : Com’è nata questa passione per la Scienza, da un esempio in famiglia o fuori casa? E cosa avrebbe fatto Francesca se non avesse fatto l’ingegnere?
F: Sono partita avvantaggiata perché in casa mia già si masticava la materia dal momento che mia sorella è ingegnere. Siamo in due e ci sosteniamo. Se non avessi fatto l’ingegnere sarei rimasta nello stesso ambito, avrei fatto qualcosa di vicino alle biotecnologie, mi sarei dedicata allo studio del sistema nervoso probabilmente perché mi affascina davvero tanto!
S: Sempre nella stessa direzione insomma. Grazie per aver raccontato la tua storia , buon lavoro a te e a tutte le donne che sono impegnate nella scienza, nella matematica e nelle tecnologie, viva le donne di scienza, grazie Francesca.
F: Grazie a te e buona giornata